tag:blogger.com,1999:blog-56611169033947974222024-03-13T09:53:07.190-07:00Elogio della DistinzioneAristocrazia, Cavalleria, Nobiltà, Stile. Con un Saggio di Amadeo-Martin Rey y Cabieses e citazioni di pensatori e filosofi. Ordini a Fondazione Thule Cultura, via Ammiraglio Gravina 95, 90139 Palermo fondazionethulecultura@gmail.com € 25,00Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.comBlogger21125tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-43449984806518360332017-10-13T08:19:00.002-07:002017-10-13T08:19:23.280-07:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Gianandrea de Antonellis</b></div>
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<div class="WordSection1">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbIFMv2jmxIoOl1OtJ00T2l2E4u5l5UEb3v1NUX-KPh-Z4OenBEZGYIoM1omsDVbzKySEJsb2imVwAXpWbkljb0_dQJoT_ks-rAwTuHeeqdN2EkZJ5qkXz6uvHTyWb9o8c6koLSMWqXYMd/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1013" data-original-width="719" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbIFMv2jmxIoOl1OtJ00T2l2E4u5l5UEb3v1NUX-KPh-Z4OenBEZGYIoM1omsDVbzKySEJsb2imVwAXpWbkljb0_dQJoT_ks-rAwTuHeeqdN2EkZJ5qkXz6uvHTyWb9o8c6koLSMWqXYMd/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Cento pagine di sentenze su aristocrazia, cavalleria e nobiltà, tratte da opere di circa 200 autori, dai più antichi ai nostri contemporanei, selezionate da Tommaso Romano. Talvolta si tratta di riflessioni più lunghe ed approfondite, talaltra di semplici frasi che hanno il sapore dell’aforisma (viene segnalato l’autore, ma non l’opera e quindi non è immediatamente riscontrabile il contesto dal quale sono estratte). Non si</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"> tratta di una mera esaltazione (ve ne sono alcune particolarmente amare: «La nobiltà e i poveracci hanno molto in comune, ma non lo sanno» o «Necessità abbassa nobiltà», quest’ultima di Giovanni Verga) e l’insieme delle considerazioni, tenendo conto dell’autorevolezza dei loro autori (filosofi, pensatori, scrittori di ogni epoca), fa riflettere sull’appiattimento dei costumi nella società attuale. Chiude il florilegio una gustosa pagina di Tommaso Romano, assiso ad un tavolino dell’immaginario </span><span lang="ES" style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">“Café </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">de Maistre”, elegante “fortino intellettuale” in cui rinchiudersi per continuare a vivere nonostante la volgarità dilagante. Comp</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">leta il testo un saggio di Ama</span><span lang="ES" style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">deo-Martín Rey </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">y Cabieses, </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span lang="ES" style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Tres conceptos de excelencia: Nobleza, Caballería, Aristocracia</span></span><span lang="ES" style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">, </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">che fa chiarezza nell’uso dei termini </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span lang="ES" style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">nobiltà</span></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"> ed </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span lang="ES" style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">aristocrazia</span></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">, spesso utilizzati come sinonimi. La nobiltà (divisa in militare o di spada, amministrativa o di toga, finanziaria o di borsa), titolata o non, ha come unica fonte il Sovrano. L’aristocrazia è invece un termine legato all’uso del potere politico (ed economico). Quanto alla cavalleria, essa è legata agli altri due mondi e, in ambiente cristiano medioevale «il cavaliere cercava di raggiungere una serie di virtù e lottava per mantenerle e accrescerle» (p. 162). Dopo aver lamentato la decadenza degli ideali cavallereschi e nel contempo l’aumento degli ordini equestri falsi, Ray y Cabieses conclude: «I tre concetti che abbiamo considerato sono le tre facce di una stessa ed ipotetica medaglia. Sono concetti di eccellenza nel comportamento umano, forme di impostare la vita nelle quali dovrebbe primeggiare il rispetto alla parola data, la bontà e la generosità, il valore ed il coraggio, la sincerità ed il rispetto della verità... e tutto ciò unito alla modestia ed all’umiltà del cuore. Le </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span lang="ES" style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">élites</span></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"> devono esserlo più per quello che sono che per quello che appaiono o per la corporazione a cui appartengono. Solo un comportamento degno di essere definito nobile e cavalleresco può fare onore a tale corporazione. Questa è la migliore aristocrazia, quella del potere e della bontà»</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"><o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"><br clear="all" style="break-before: page;" /></span></div>
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Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-89317163736111293452017-08-30T01:01:00.001-07:002017-08-30T01:01:21.835-07:00Ara Pacis<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXuUqTGpMfb3GuCTFRPApJPJuuU5kqjHSu9KhLtp4cEquqc7ET5AYmq7jO6JpHWqyeabi9LVItsxn9XImzPe0rNF-15IjaktgFuJtjWIXCKlH0VEa6cOwX5h9GQOdWlT7xDXH_k1sV4Tb3/s1600/Senza+titolo-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1133" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXuUqTGpMfb3GuCTFRPApJPJuuU5kqjHSu9KhLtp4cEquqc7ET5AYmq7jO6JpHWqyeabi9LVItsxn9XImzPe0rNF-15IjaktgFuJtjWIXCKlH0VEa6cOwX5h9GQOdWlT7xDXH_k1sV4Tb3/s400/Senza+titolo-1.jpg" width="282" /></a></div>
<br />Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-8467867253122507702017-06-23T03:42:00.001-07:002017-06-23T03:42:05.666-07:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Marcello Falletti di Villafalletto</b></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbIFMv2jmxIoOl1OtJ00T2l2E4u5l5UEb3v1NUX-KPh-Z4OenBEZGYIoM1omsDVbzKySEJsb2imVwAXpWbkljb0_dQJoT_ks-rAwTuHeeqdN2EkZJ5qkXz6uvHTyWb9o8c6koLSMWqXYMd/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1013" data-original-width="719" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbIFMv2jmxIoOl1OtJ00T2l2E4u5l5UEb3v1NUX-KPh-Z4OenBEZGYIoM1omsDVbzKySEJsb2imVwAXpWbkljb0_dQJoT_ks-rAwTuHeeqdN2EkZJ5qkXz6uvHTyWb9o8c6koLSMWqXYMd/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div style="line-height: 24px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "Book Antiqua", serif;">Il fecondo e competente Autore nella <em>Premessa</em>, puntualizza come scrivere e pubblicare “un libro come questo è sempre un rischio e un azzardo” e più avanti, evidenziandone lo scopo, aggiunge: «L’obiettivo del testo è indicare ciò che è considerato inattuale e scorretto rispetto ai tempi che viviamo, propriamente per sottolineare la sempre permanente concezione di Aristocrazia, Cavalleria, Nobiltà, intesi come segno e consapevolezza di Stile, per una risvegliata coscienza d’affinamento e qualificazione del soggetto, di <em>Distinzion</em>e appunto, rispetto a tutto ciò che è, invece, conforme, standardizzato, massificato nel singolo e nel processo abbrutente informe come drammaticamente avviene nella società del nostro tempo». Dobbiamo riconoscere quanto non abbia torto e, allo stesso tempo, sappia cogliere quasi tutti gli aspetti antropologici e sociologici che osserviamo ogni giorno, rispetto ad una società che idealizza e strumentalizza sempre di più valori e concetti che, continuano invece ad adagiarla, per non dire a seppellirla, in una forma di narcotizzazione totale e generale. <o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 24px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "Book Antiqua", serif;">Sono cambiati i tempi o gli uomini? Verrebbe da chiedersi! La modesta conclusione sarebbe quella di affermare umilmente: tutti e due! Eppure pare strano e controverso come l’uomo moderno, quello del secolo Ventunesimo, che dimostra di aver raggiunto vette inspiegabili, abbia modificato profondamente il senso di giudizio, quello obiettivo di considerare ancora ciò che è valore, quello che è merito e quanto possa esistere di negativo dentro se stesso e nei confronti degli altri. Sembrerebbe che i parametri di giudizio e di raffronto siano scomparsi; annullati in un qualunquismo che viene paventato per uguaglianza che non si avvicina per niente al senso di fratellanza e dove tutto dovrebbe essere posto sopra una bilancia che pende inesorabilmente da una parte e verso l’altra senza alcuna ragione, senza nessuna motivazione o ponderazione interiore. Verrebbe da pensare che l’uomo in generale sia sottoposto ad una narcotizzazione costante che lo rende sopito, adagiato e demotivato a risvegliarsi da un sonno che, a lungo andare, potrebbe annientarlo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 24px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "Book Antiqua", serif;">Scrive Publio Ovidio Nasone – (43 a. C. -18ca d. C.) – poeta latino, letterato di successo nato a Sulmona (AQ): «<em>Laudamus veteres, sed nostris utimur annis, / Mos tamen est aeque dignus uterque coli</em>», lodiamo pure gli uomini del passato, ma viviamo ugualmente la vita dei nostri giorni; tanto i costumi antichi come quelli moderni sono ugualmente degni di rispetto ma non dobbiamo però dimenticarci degli insegnamenti che da questi ci provengono. In mezzo a tanti ammaestramenti avremmo bisogno di riscoprirne non solamente il valore ma anche saperne e discernere il reale merito, che il più delle volte sfugge, lasciando spazio sì a quelli nuovi ma se sappiamo crearne alcuni attuali, dovremmo rivalutare anche quelli trasmessici da un passato che invece cerchiamo di abbandonare come non fosse mai esistito o, peggio ancora, facendo del revisionismo inutile, che talvolta sembra più ispirato da preconcetti, demagogie o per paura di sembrare obsoleti. Il nostro stimato Autore si è posto sicuramente non soltanto questi interrogativi e li ha sviscerati, presentandoli con una chiarezza disarmante e, allo stesso tempo, cogliendone quegli aspetti che si vorrebbero far passare per superati; per non dire da cancellare dalla mente dell’uomo razionale e pensante.<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 24px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "Book Antiqua", serif;">Se “la dignità è di tutti e per tutti”, prosegue Tommaso Romano, dobbiamo inequivocabilmente «Tornare all’equilibrio e all’equità vera, alla sostanzialità del linguaggio, come ha insegnato Attilio Mordini, sono fonti necessarie per ristabilire e ridare qualità e organicità al corpo sociale, rivalutando, vivificandole, le naturali gerarchie dalla dimensione asfittica che viviamo, piuttosto che isterilire del tutto, in una prospettiva virtuosa di miglioramento, realmente aperta, facendoci uscire, se solo lo si decidesse, dall’uniforme e non divenendo pedine forse inconsapevoli, strumenti di “élite” oligarchiche e dirigiste che impongono e orientano gusti, opinioni, costumi, mode, oltre che l’economia, la politica e lo stesso diritto, in nome di una astratta e falsa libertà». Ci trova totalmente d’accordo, il carissimo Tommaso, senza essere eccessivamente retorici e tantomeno pedanti.<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 24px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "Book Antiqua", serif;">Il volume corposamente sostanziato nella parte del <em>Florilegio</em>, trova culmine e riscontro nel Saggio di Amadeo-Martin Rey y Cabieses. Avvalendosi della elevata forma stilistica ed espressiva che, da sempre, contraddistingue il nostro Autore siciliano, si completa nella elegante e suggestiva veste editoriale, in parte in bianco e nero, nell’altra a colori, dove fra diversi Enti e Associazioni che hanno concesso il Patrocinio Morale, figura anche il simbolo della nostra antica Accademia Collegio e un mio breve pensiero sull’argomento.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div style="line-height: 24px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "Book Antiqua", serif;">Vogliamo rassicurare il carissimo amico Tommaso Romano che il paventato rischio non solamente ha fatto perdere efficacia all’azzardo paventato, ma ha abbattuto tutti quegli assurdi preconcetti che, riuscendo a essere camuffati da attualità, rendono l’uomo dei nostri tempi sempre più schiavo di se stesso e di quel voler essere diverso, scadendo invece in qualunquismo che sembrerebbe più deleterio che produttore di progresso e cultura. Quindi, per terminare con parole semplici: ottimo lavoro! Ci auguriamo, ora, che possa contribuire a rifare l’uomo dei nostri tempi.</span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-79420299826636255442017-05-06T07:20:00.001-07:002017-05-06T07:20:34.459-07:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <span style="font-size: 12pt;"><b>Pier Felice degli Uberti</b></span></div>
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<span style="font-size: 12pt;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 18.4px; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span class="Corpodeltesto20">Conosco Tommaso Romano dalla fine degli anni ‘70 del secolo scorso, e già allora trasparivano i prodromi e lo svettare della sua profonda formazione culturale acquisita anche con la laurea in filosofia e pedagogia e la specializzazione in sociologia. Ho assistito alla fondazione di una particolare casa editrice, la Thule di Palermo, con un catalogo dei più svariati argomenti della tradizione difficilmente reperibile altrove, seguito da un impegno civico- politico che lo vide consigliere provinciale di Palermo nel 1990, poi assessore alla cultura della Provincia sino ad arrivare alla vice-presidenza e poi ancora assessore comunale alla Cultura della città di Palermo. Filosofo, letterato, antropologo, autore di saggi, raccolte ed interventi, ma anche poeta, ora ha dato</span> <span class="Corpodeltesto20">alle stampe l’Elogio della Distinzione. Così si esprime l’autore nella Premessa: «Come è attitudine e desiderio dell’Autore di queste note, si è scelto di trattare ancora una volta un tema nodale, la </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione,</span><span class="Corpodeltesto20"> tessendone l’</span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Elogio.</span><span class="Corpodeltesto20"> Certo, un libro come questo - realizzato grazie all’unione di saggi stesi da chi adesso scrive con un ricco e per certi versi unico </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Florilegio</span><span class="Corpodeltesto20">, fatto di frasi, aforismi, sentenze e brevi trattazioni tratte dalla Storia, dalla Filosofia e dalla Letteratura, nonché dalla ricerca scientifica e, inoltre, arricchito da un prezioso </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Saggio</span><span class="Corpodeltesto20"> stilato e donato all’uopo dall’illustre studioso Amadeo Martin Rey y Cabieses e completato da specifica bibliografia - è sempre un rischio e un azzardo. L’obiettivo del testo è indicare ciò che è considerato inattuale e scorretto rispetto ai tempi che viviamo, propriamente per sottolineare la sempre permanente concezione di Aristocrazia, Cavalleria, Nobiltà, intesi come segno e consapevolezza di Stile, per una risvegliata coscienza d’affinamento e qualificazione del soggetto, di </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione</span><span class="Corpodeltesto20"> appunto, rispetto a tutto ciò che è, invece, conforme, standardizzato, massificato nel singolo e nel processo abbrutente informe come drammaticamente avviene nella società del nostro tempo. Recuperare, attualizzando in positivo, il concetto e la pratica della </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione</span><span class="Corpodeltesto20">, non significa certo proporre il disprezzo degli altri o la separatezza aprioristica e irreale. Tutt’altro. La </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione</span><span class="Corpodeltesto20"> può essere perseguita da tutti, volendolo, ordinando le idee, seguendo studio, esempi e ciò che di nobile </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">ditta dentro,</span><span class="Corpodeltesto20"> riscoprendo l’unicità e l’irreversibilità che contraddistinguono da sempre ogni donna e uomo apparsi sulla terra, frutto di una Creazione e non di una ideologica e indimostrata “fede” evoluzionistica. La dignità è di tutti e per tutti. L’accrescimento delle virtù è ciò che, invece, seleziona e distingue. Quello che si propone, con ciò che indicano il titolo stesso e i fondamenti contenuti nel libro è, quindi, l’ideazione e forse l’utile realizzazione di un “manuale”, una sorta di codice di sopravvivenza e di riscossa, con un piccolo scrigno di saggezza che centinaia di Autori antologizzati di tutti i tempi ci donano e propongono, senza avere in occulta vista l’ombra di discriminazioni e razzismi di qualsiasi genere, questi sì reperti mostruosi d’ideologie e antropologie perverse e di un’idea zoologica dell’uomo che sfocia, in estremo, in immane selezione eugenetica. Tornare all’equilibrio e all’equità vera, alla sostanzialità del linguaggio, come ha insegnato Attilio Mordini, sono fonti necessarie per ristabilire e ridare qualità e organicità al corpo sociale, rivalutando, vivificandole, le naturali gerarchie dalla dimensione asfittica che viviamo, piuttosto che isterilirle del tutto, in una prospettiva virtuosa di miglioramento, realmente aperta, facendoci uscire, se solo lo si decidesse, dall’uniforme e non divenendo pedine forse inconsapevoli, strumenti di “élite” oligarchiche e dirigiste che impongono e orientano gusti, opinioni, costumi, mode, oltre che l’economia, la politica e lo stesso diritto, in nome di una astratta e falsa libertà. Quanto di più controcorrente, insomma, si possa proporre, in tesi, per una necessaria riforma intanto di sé stessi e, quindi, della comunità; riforma che potrebbe apparire, a prima vista, una mera illusione, una utopia o un disperato grido al deserto. Tuttavia, si deve partire o ripartire sempre da uno, dall’uno, perché proprio dall’Uno proveniamo e a Lui, se ci salveremo, torneremo. Anche in tempi apocalittici come sono quelli presenti, intrisi di “pioggia di zolfo e di piombo”. </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione</span><span class="Corpodeltesto20">, ancora, per mettere in evidenza e fare l’apologia di ciò che distingue spiritualmente, operando necessarie distanze rispetto alla babele delle volgarità; apologia dell’educazione e dell’etica tradizionale, della cortesia e della disponibilità, attitudine alla delicatezza e rispetto per tutti a cominciare dall’aiuto possibile - evitando la falsa retorica dell’umanitarismo - per i più sfortunati, emarginati, deboli, anziani, indifesi, recuperando così lo spirito e l’attitudine della più classica e nobile Cavalleria. La </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione è</span><span class="Corpodeltesto20"> intrinsecamente aristocratica ed è anche un modo, un tratto, che rivela di ognuno lo stile, la raffinatezza, l’eleganza, la sobrietà, la finezza, il garbo uniti a discrezione, fermezza, signorilità e a gentilezza che fanno, ancora, affermare che quella tale </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Signora</span><span class="Corpodeltesto20"> o quel tale </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Signore,</span><span class="Corpodeltesto20"> sono soggetti distinti, capaci di promanare un’aura, un fascino, fino a poter raggiungere - in casi specialissimi - il vertice della regalità, anche in tempi di crisi e decadenza. E in effetti, malgrado tutto, si possono evidenziare positivamente non poche persone in grado di contrapporsi con equilibrio ai comportamenti di dozzinalità, rozzezza, volgarità, cafonaggine e violenza nei modi, negli atti, nelle parole. Ecco ancora una distintiva qualificazione che attiene all’essere o al mostrarsi gentiluomo o gentildonna, senza sottomissioni al divenire “zerbini”, gregari, sfruttati, e così privi di autonomia e personalità. Ancor di più, la </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione</span><span class="Corpodeltesto20"> è atto e forma necessaria per saper indagare e distinguere ciò che è bene da ciò che è male, vista anche la vischiosità e la liquidità odierna che tendono, invece, ad annullare la capacità di esprimere valutazioni e giudizi, non separando il giusto dall’ingiusto, facendo così trionfare il relativismo e il minimalismo. L’esame plurale delle posizioni espresse da molti Autori - specie contemporanei o direttamente interpellati per realizzare l’Antologia che segue - non deve distogliere da quella costante che in effetti le unisce: il rifiuto in radice dell’uniformità e</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span class="Corpodeltesto20"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioiVHeJC9HJkD5AUi7uh4haEBaeouYmyDsYkN3T3WG5DUSRIc5GHQ-RquEhvBaMIm7lcuzTCGrtvBPyM7BNjkkUwozN3YX7fpfTv3bvBc5Crs-d4tYZhoRbTExAVNH0iN3dGaGlhcI6zmx/s1600/137Tommaso+Romano+recensione.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioiVHeJC9HJkD5AUi7uh4haEBaeouYmyDsYkN3T3WG5DUSRIc5GHQ-RquEhvBaMIm7lcuzTCGrtvBPyM7BNjkkUwozN3YX7fpfTv3bvBc5Crs-d4tYZhoRbTExAVNH0iN3dGaGlhcI6zmx/s200/137Tommaso+Romano+recensione.jpg" width="141" /></a></span></div>
<span class="Corpodeltesto20">dell’indistinzione fra gli uomini. Riconosceremo così coloro che pongono l’accento più sulla differenziazione del comportamento e dell’interiorità, della qualità e del merito inteso come una sorta di primato da sottolineare, rispetto a chi, invece, punta sulla ereditarietà, l’innatismo e sulla solidità della storia seppur ovviamente dinamica; entrambi in realtà concordano sulle cause dei processi dissolutivi, perniciosi aspetti della secolarizzazione e della tecnolatria, ponendo ipotesi di soluzione ad equazioni possibili di affrancamento, di distinzione appunto. Compito è trovare una sintesi alta (che non è il banale sincretismo), un’auspicabile convergenza che si possa porre come metodo e pedagogia della decisione anzitutto, per affrontare i processi critici sul piano esistenziale e spirituale, nella sottolineatura appunto della discretio, della </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Distinzione.</span><span class="Corpodeltesto20"> Questi sono l’invito e il suggerimento che si lasciano, senza aprioristicità, allo studioso e al lettore. Omnia praeclara rara. Fare </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Apologia della Distinzione</span><span class="Corpodeltesto20">, saper uscire dal coro, prendere le distanze e indicare una via per ritornare liberi, padroni di se, riconoscendo anzitutto la selettività e il merito quali valori eminentemente aristocratici, da conquistarsi con una vita coerente con i principi alti professati, con dignità e con onore. Professare, insomma, “idee chiare e distinte”. Per essere e non per apparire». Nella premessa viene delineata tutta la materia contenuta nella pubblicazione, che è un unicum per i contributi portati, e per le tematiche oggi inusuali. I punti chiave ed i concetti vanno ricercati particolarmente nell’essenza delle parole che accompagnano il titolo dell’opera ricordando che la distinzione, il fatto di distinguere, è in senso attivo l’atto stesso o giudizio mediante il quale si distingue, cioè si riconosce e si afferma una intrinseca diversità fra esseri, apparentemente simili o analoghi o comunque posti in relazione tra loro. Le tematiche focalizzate trattano l’aristocrazia nel significato originario e più proprio, la prevalenza, il governo dei più meritevoli, intesi questi come coloro che sono moralmente e intellettualmente i migliori o i più valorosi, identificati poi, in un secondo tempo, con i nobili, quelli cioè che, per diritto di sangue,</span> <span class="Corpodeltesto20">appartengono alla classe più elevata della società, nella quale costituiscono un gruppo privilegiato; la cavalleria, che era originariamente la Milizia a cavallo, e nel medioevo, era l’istituzione politica e sociale, della quale facevano parte i cadetti esclusi dalla trasmissione ereditaria del feudo, legati fra loro da un giuramento di fedeltà non a un signore, ma agli ideali di giustizia e d’onore, di difesa della fede, dei deboli, delle donne, secondo la morale celebrata dalla poesia cavalleresca; la nobiltà, o meglio la condizione e il fatto di appartenere alla classe dei nobili, di avere le distinzioni, le prerogative, i privilegi che erano connessi a tale appartenenza; ma anche il senso dell’eccellenza, della superiorità, derivante dalle origini e dalla tradizione, o dalla propria stessa natura, e anche elevatezza spirituale, perfezione morale o intellettuale, per indole, pensiero, propositi, sentimenti; lo stile, termine usato nelle più svariate forme dello scibile umano, ma anche come modo abituale di comportarsi, agire, parlare; il costume, la consuetudine; come signorilità di modi, discrezione e correttezza nel comportarsi; il tema attuale della barbarie, ovvero la condizione di un popolo barbaro che effettuò importanti migrazioni in vari parti del mondo nella civiltà primitiva e che oggi ancora designa un comportamento crudele e primordiale. Nella pubblicazione compaiono una miriade di persone che lasciano un loro pensiero conforme alla propria formazione e personalità, antica, moderna e contemporanea, spesso in antitesi l’una con l’altra, e con una cultura e visibilità umane ben diverse tra loro. Ogni testo dovrebbe servire alla loro identificazione e spesso è il meglio della loro produzione. Con un così elevato numero di contributi la poderosa opera si suddivide in tre corpi: un saggio dell’autore, un saggio di Amadeo-Martin Rey y Cabieses ed un lungo Florilegio di Autori (selezionati senza malizie araldico, genealogico nobiliari) ove figurano: Simonetta Agnello Hornby, Felicita Alliata di Villafranca, Maria Patrizia Allotta, Almanacco Nobiliare del Napoletano L’Araldo, Hans Christian Andersen, Achille Angelini, Fabrizio Antonielli d’Oulx, Ludovico Ariosto, Aristotele, Jules Amédée Barbey d’Aurevilly, Maurizio Barraccano, Giacomo C. Bascapè, San Basilio Magno, Walter Begehot, Hilaire Belloc, Benedetto XV, San Bernardo di Chiaravalle, Andrew Bertie, Severino Boezio, Matteo Maria Boiardo, Nicolas Boileau, Louis de Bonald, Francesco Bonanni di Ocre, Guglielmo Bonanno di San Lorenzo, Salvatore Bordonali, Giovanni Botero, Pierfranco Bruni, Edmund Burke, Robert Burton, Antonino Buttitta, Tommaso Campanella, Cristina Campo, Albert Camus, Gaspare Cannizzo, Giovanni Cantoni, Antonio Capece Minutolo di Canosa, Antonio Caprarica, Franco Cardini, Thomas Carlyle, Baldassarre Castiglione, Miguel de Cervantes, Arnolfo Cesari d’Ardea, Abate Cesarotti, Nicolas de Chamfort, Emil Cioran, Paul Claudel, Codice Cavalleresco Italiano, Paulo Coelho, Confucio, Plinio Corrèa de Oliveira, Manlio Corselli, Benedetto Croce, Fernando Crociani Baglioni, Giorgio Cucentrentoli di Monteloro, Jean Baptiste de la Curne de Saint- Palaye, Camillo d’Alia, Lucio d’Ambra, Gabriele D’Annunzio, Ugo D’Atri, Pier Felice degli Uberti, Massimo d’Azeglio, Da Ponte, Mozart, Dante Alighieri, Ferruccio De Carli, Gio Battista De Luca, Massimo De Leonardis, Federico De Maria, Roberto De Mattei, Giuseppe Della Torre, Goffredo di Crollalanza, Charles Dickens, Diogene, Maurizio Duce Castellazzo, Guillame Durant, </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Meister </span></span><span class="Corpodeltesto20">Eckhart, Francesco Emanuele e Gaetani di Belforte e di Villabianca, Epicuro, Eraclito, Felix Esqirou de Parieu, Euripide, Julius Evola, San Pier Giuliano Eymard, Marcello Falletti di Villafalletto, Giuseppe Attilio Fanelli, Massimo Fini, Domenico Fisichella, Gustave Flaubert, Jean Plori, Francesco I re delle Due Sicilie, San Francesco di </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Sales, </span></span><span class="Corpodeltesto20">John Fulton Scheen, Sigmund Freud, Luciano Garibaldi, Panfilo Gentile, Innocent Gentillet, Giuseppe Giacosa, Fausto Gianfranceschi, Vincenzo Gioberti, Sandro Giovannini, Giovenale, Domenico Giuliotti, Johann Wolfang Goethe, Nicolas Gómez dà Vila, Edmond e </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Jules </span></span><span class="Corpodeltesto20">De Goncourt, Salvator Gotta, Remy de Gourmont, </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Jacques </span></span><span class="Corpodeltesto20">Goussault, Arturo Graf, Romano Guardini, Guglielmo, Arcivesco di Tiro, Guido Guinizelli, Guittone d’Arezzo, Martin Heidegger, Heraldica, </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Angel </span></span><span class="Corpodeltesto20">Herrera Oria, Hirohito, imperatore del Giappone, Santa Ildegarda di Bingen, Incmaro di </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Reims, </span></span><span class="Corpodeltesto20">Henry James, Roberto Jonghi Lavarini, Ernst </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Jünger, Sören </span></span><span class="Corpodeltesto20">Kierkegaard, Tommaso Landolfi, Stefano Lanuzza, Leone XIII, Emmanuel Lévinas, Alberico Lo Faso di Serradifalco, Giorgio Lombardi, Leo Longanesi, Otto </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">von Lossow, </span></span><span class="Corpodeltesto20">Costantino Lucatelli, Raimondo Lullo, Franco Maestrelli, Joseph de Maistre, Gennaro Malgieri, Thomas Malory, Giuseppe Manzoni di Chiosca, Oliviero de la Marche, Giovanni Maresca di Serracapriola, Carlo Marullo di Condojanni, San Matteo, Charles Maurras, Cesare Merzagora, Clemente di Metternich, Jean de Meun, </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Jules </span></span><span class="Corpodeltesto20">Michelet, Enzo Modulo Morosini, Thomas Molnar, Michel de Montaigne, Montesquie, Cirillo Monzani, Attilio Mordini, Carmelo Muscato, Napoleone Bonaparte, Friedrich Nietzsche, Novale, Michel Onfray, Alfredo Oriani, Diego Ortega, José Ortega y Gasset, L’Osservatore Romano, Pier Paolo Ottonello, Aldo Palazzeschi, Silvano Panunzio, San Paolo, </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Giovanni </span></span><span class="Corpodeltesto20">Papini, Vilfredo Pareto, Bent Parodi di Belsito, Blaise Pascal, Roberto Pecchioli, Camillo Pellizzi, Giuseppe A. Pensavalle de Cristoforo dell’ingegno, Francesco Pericoli Ridolfini, Regine Pernoud, Fernando Pessoa, Francesco Petrarca, Pio XII, Platone, Jacques Ploncard d’Assac, Porfirio, Antonio Possevini, </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Ezra </span></span><span class="Corpodeltesto20">Pound, Proclo, Alexander Sergeveich </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Pushkin, </span></span><span class="Corpodeltesto20">Rob </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Reimen, Jules </span></span><span class="Corpodeltesto20">Renard, Antoine Rivarol, Annibale Romei, Jean Rostand, Sforza Ruspoli, Roberto Russano, Alessandro Sacchi, Antonino Sala, Madaleine de Souvré de Sablé, Riccardo Scarpa, Emanuela Scarpellini, Friedrich Schlegel, Karl von Schmidt, Arthur Schnitzler, Arthur Shopenhauer, Seneca, Sergio Sergiacomi de Aicardi, George Bernard Shaw, Primo Siena, Sofocle, Luigi Athos Sottile d’Alfano, </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Othmar Spann, </span></span><span class="Corpodeltesto20">Edmund </span><span class="Corpodeltesto20"><span lang="DE" style="line-height: 18.4px;">Spenser, </span></span><span class="Corpodeltesto20">George Ernst Stahl, Edgardo Sulis, Torquato Tgergeasso, Vanni Teodorani, Teognide, Gustave Thibon, Ludwig Tieck, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, San Tommaso d’Aquino, Cesar Carlos de Torella, Ugo di San Vittore, Marco Vannini, Diego de Vargas Machuca, Piero Vassallo,</span><o:p></o:p></div>
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<div class="MsoNormal" style="line-height: 18.4px; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span class="Corpodeltesto20">Auvenargues, Marcello Veneziani, Giovanni Verga, Giambattista Vico, Carl-Alexander von Volbort, Karl Ferdinand Werner, Oscar Wilde, Roberto Zavalloni, Stefano Zecchi. Proprio per aggiungere un tocco che ben rappresenti le tante recensioni alla pubblicazione, riporto quella di </span><span class="Corpodeltesto2Corsivo">Giovanni Taibi:</span><span class="Corpodeltesto20"> «La distinzione per non perdersi nel mare magnum della volgarità di usi e di costumi oggi imperante, la distinzione per rivendicare la propria individualità davanti alla massa plaudente che ha come unico merito quello di correre in soccorso del più forte! Come distinguersi, come essere sé stessi, come vivere con stile in un tempo di barbarie? Sono queste le domande che si pone il saggio di Tommaso Romano “Elogio della distinzione”, (fondazione Thule cultura) in cui passa in rassegna l’esegesi e la storia dell’Aristocrazia, della Cavalleria e della Nobiltà. Se i natali danno in qualche modo un imprimatur necessario, questo solo non è sufficiente per fare di un uomo un gentile. Dante ce lo insegna: la vera nobiltà non risiede solo nella stirpe e nel sangue ma soprattutto nel cosiddetto cor gentile ovvero nell’animo capace di provare nobili sentimenti e comportarsi di conseguenza. A partire da questo assunto Romano, in quello che si può considerare un vero e proprio manuale del viver cortese, diventa guida sapiente per chi intenda intraprendere con totale disinteresse economico e professionale la strada verso la distinzione, contro la massificazione e la standardizzazione dell’uomo di oggi. “La distinzione può essere perseguita da tutti volendolo, ordinando le idee, seguendo studio, esempi e ciò che di nobile ditta dentro” (p. 5). Come d’altronde ci insegna il filosofo Epicuro: “Non la natura, che è unica per tutti, distingue i nobili dagli ignobili, ma le azioni di ciascuno e la sua forma di vita” (p. 68). Nella prima parte del libro troviamo l’Apologia della condizione singolare in cui Romano si appoggia a uno dei pilastri del suo pensiero: la Tradizione. Come ama spesso ripetere: “Tanto più forti saranno le sue radici tanto più l’albero (l’uomo) crescerà in altezza (morale)”. Dopo avere passato in rassegna il pensiero legato alla Tradizione Romano affronta un tema a lui particolarmente caro: la casa. Essa da semplice dimora diviene la cartina di tornasole da cui è possibile avere un identikit esatto di chi la abita, del suo (buon) gusto, del modo in cui passa il tempo libero, del valore che dà agli oggetti che diventano testimonianza delle sue esperienze di vita. Sapere distinguersi non può che passare dal modo in cui si vive la casa, dal rapporto che si instaura con essa ma questa non deve necessariamente essere un rifugio solitario, un eremo senza terra ma “può aprirsi, accogliere pochi e scelti interlocutori per goethiane affinità elettive... I libri, le suppellettili, gli oggetti, la musica, le buone persone, un animale fedele, la memoria ci faranno ala non certo ingombrante” (p. 22). Si può dunque affermare con Romano che la casa è la proiezione della propria identità. Dopo questa prima parte di carattere didascalico il volume presenta un florilegio di autori diversi, per stile, pensiero ed epoca storica, che nei loro scritti e nel loro pensiero hanno codificato regole e grammatica della Nobiltà, spiegato il motivo della nascita della Cavalleria e dell’Aristocrazia. In quelli più recenti, è presente la biunivoca corrispondenza tra caduta di valori dei nobili ideali e crisi del tempo storico presente. Tra le tante citazioni mi piace riportarne una di Nicolas Gomes Davila. Lo scrittore, aforista e filosofo colombiano così scrive: “Più gli uomini si sentono uguali, più facilmente tollerano di essere trattati come pezzi intercambiabili, sostituibili e superflui. L’uguaglianza è la condizione psicologica preliminare delle carneficine fredde e scientifiche”. Se ci riflettiamo bene, altro non è che un elogio della diversità alla rovescia cioè mettendone in evidenza i limiti autodistruttivi dell’uguaglianza intesa come obiettivo supremo da raggiungere per un popolo che vuol definirsi civile. Segue infine un saggio sulla Nobiltà, (scritto appositamente per Tommaso Romano) sulla Cavalleria e sull’Aristocrazia dell’illustre studioso, il nobile spagnolo Amadeo-Martin Rey y Cabieses, (Componente dell’Audizione Generale e Consigliere della Real Deputazione del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nonché Membro Corrispondente del Collegio Araldico di Roma) storico e critico nell’ambito araldico-cavalleresco della Classe aristocratica e della Tradizione iberica, che mostra una particolare attenzione alla storia della nobiltà italiana. Lo scrittore spagnolo espone a chiare lettere quelli che sono i tratti distintivi della nobiltà: il rispetto della parola data, la bontà, la generosità, il valore e l’umiltà del cuore. Nel capitolo finale, prima di una ricchissima bibliografia, c’è il Congedo al Café de Maistre, in cui Romano, malinconicamente, constata come ai nostri tempi la cultura, l’arte, la tradizione, la stessa fede siano diventati degli pseudo valori da utilizzare a piacere per il proprio tornaconto. E allora cosa fare? La ricetta di Tommaso Romano è semplice eppur non sempre facile da attuare: “Resistere, pur sapendo di servire una causa perduta. Profferire parole e concetti solo quando richiesto, declinando con garbo ma fermamente la compagnia di arrivisti, molesti e insulsi; studiare e scrivere per sé e per chi egualmente non si piega. mostrare la bellezza e la potenza del creato. Tutto ciò con la ferma consapevolezza di stare in minoranza, in assoluta minoranza, forse testimoni attivi di una ipotetica, eventuale futura memoria” (pp. 133-134). Una voce fuori dal coro, un anticonformista assoluto che nella vita ha sempre seguito i suoi ideali a costo di rimetterci personalmente, pur di non abbassare la testa davanti al potente di turno. Questo è, ed è sempre stato, Tommaso Romano per chi lo conosce e a cui non fanno stupore le lapidarie frasi del suo “Elogio della Distinzione”. Per i pochi che non lo conoscono ancora, questa lettura servirà a comprendere la figura di un intellettuale a volte scomodo ma per questo più interessante da studiare perché, attraverso il capovolgimento della prospettiva, ci fa vedere la realtà con occhi diversi e disincantati». Nella nostra società detta globalizzata è meraviglia e sospetto affermare che ci si sente “cittadino del mondo”, senza per questo sentirsi cosmopoliti. Del resto Tommaso Romano è sempre andato contro corrente per quasi tutta la sua vita, per lui “L’Elogio della Distinzione” è l’elogio dovuto a chi si distingue dalla massa amorfa ed uniforme, di chi si tira fuori dal gregge, assumendo posizioni nette ed inequivocabili, fuori dai sofismi e dall’ambiguità, di chi pur ricercando la sintesi, rifiuta il sincretismo che attualmente sembra espandersi a macchia d’olio su tutte le questioni più importanti del mondo: da quelle politiche a quelle economiche e perfino alle questioni riguardanti la sfera più intima e privata del genere umano. Tommaso Romano, in questo mondo che cambia per opportunità i propri principi, muta le opinioni per ottenere nuovi benefici, inventa nuove soluzioni pescando dal passato, ha la particolarità che nei quasi 40 anni che lo conosco è rimasto quell’uomo serio, corretto, lineare, onesto con le sue pietre miliari che sono le stesse provenienti dalla nostra tradizione europea, dalla nostra identità cristiana, dalle nostre famiglie che ci hanno fornito quegli strumenti di saggezza utili a lavorare senza sosta per quella aristocratica società migliore che amiamo e a cui aspiriamo. Ho ancora negli occhi l’immagine di quel giovane che durante un suo convegno a Montecarlo in una dolce estate dei primi anni Ottanta, esprimeva ieri (come fa oggi) quella sintesi che non muta né può mutare sino alla fine della nostra moderna società, rappresentata e diversamente incarnata dai tanti personaggi che hanno lasciato quei loro messaggi che l’Elogio della Distinzione ci racconta nelle sue belle pagine. </span><o:p></o:p><br />
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<span class="Corpodeltesto20" style="font-size: x-small;">da: "Nobiltà", n. 137 anno XXIV, Milano, marzo-aprile 2017</span></div>
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Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-21311322031159077102017-03-20T04:34:00.002-07:002017-03-20T04:34:18.518-07:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Franco Trifuoggi</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">La consacrazione di un saggio ampio ed analitico al tema della distinzione può apparire, al lettore avvezzo alla quotidiana celebrazione massmediatica della sagra del <i>politicamente corretto, </i>del luogo comune e del conformismo consumistico, fuori luogo, sconcertante, o addirittura materia di scandalo, massime se susciterà in lui l’impressione di trovarsi di fronte ad una aprioristica glorificazione della nobiltà di sangue, e a maggior ragione se avrà scoperto che l’autore discende da una famiglia gentilizia, di Tramonti, Positano e Sicilia. In chi, tuttavia, si inoltrerà nella lettura delle pagine di questo volume (<i>Elogio della Distinzione, </i>Fondazione Thule Cultura, Palermo 2016), si andrà attenuando, se non scomparirà del tutto, ogni pregiudiziale diffidenza. D’altronde lo stesso sottotitolo, nell’ampiezza del suo arco semantico <i>(Aristocrazia, Cavalleria, Nobiltà, Stile in tempo di barbarie)</i>, ammonisce contro ogni interpretazione riduttiva o arbitrariamente semplificatrice. Parimenti l’autore, Tommaso Romano, docente e Direttore del Dipartimento di Scienza della Biografia dell’ISCA di Roma, presidente della Fondazione Thule Cultura, direttore della rivista <i>Spiritualità e Letteratura, </i>saggista, estetologo, poeta originale, non si limita ad esporre compiutamente la propria concezione in merito, ma la suffraga efficacemente con un amplissimo florilegio di autori di ogni tempo e nazionalità, e di difforme estrazione ideologica, culturale e sociale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Opportunamente, e significativamente, egli chiarisce il suo intento, cioè “indicare ciò che è considerato inattuale e scorretto rispetto ai tempi che viviamo, propriamente per sottolineare la sempre permanente concezione di Aristocrazia, Cavalleria, Nobiltà, intese come segno e consapevolezza di Stile, per una risvegliata coscienza d’affinamento e qualificazione del soggetto, di <i>Distinzione </i>appunto, rispetto a tutto ciò che è, invece, conforme, standardizzato, massificato nel singolo e nel processo abbrutente informe come drammaticamente avviene nella società del nostro tempo”; e precisa che recuperare tale concetto “non significa certo proporre il disprezzo degli altri o la separatezza aprioristica e irreale”, in quanto la <i>Distinzione </i> “può essere perseguita da tutti, volendolo… riscoprendo l’unicità e l’irreversibilità che contraddistinguono da sempre ogni donna e uomo apparsi sulla terra, frutto di una Creazione e non di una ideologica e indimostrata “fede” evoluzionistica”. E’, dunque, evidenziare “ciò che distingue spiritualmente” rispetto alla “babele della volgarità”, rivendicando il valore dell’educazione e dell’etica tradizionale, della cortesia e della disponibilità, “attitudine alla delicatezza e rispetto per tutti a cominciare dall’aiuto possibile…per i più sfortunati, emarginati, deboli, anziani, indifesi”, nel segno dello spirito della più classica e nobile Cavalleria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">La <i>Distinzione</i>, intrinsecamente aristocratica, rivela di ognuno “lo stile, la raffinatezza, l’eleganza, la sobrietà, la finezza, il garbo” in una con la “discrezione, fermezza, signorilità e gentilezza…”; essa è necessaria per “distinguere ciò che è bene da ciò che è male”, al di là del relativismo e del minimalismo correnti, per “uscire dal coro”, indicare una via “per ritornare liberi, padroni di sé”, riconoscendo la selettività e il merito quali valori aristocratici, da conquistare mediante una vita coerente con l’altezza dei principi professati e improntata alla dignità e all’onore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Sarebbe impresa ardua racchiudere nel breve giro di un articolo una sintesi esaustiva della fitta illustrazione di tali concetti, ricca di storia, etica, teologia, araldica, antropologia, e di innumerevoli riferimenti a grandi pensatori, artisti, mistici, sovrani, saggisti. E’, però, più agevole enuclearne alcuni spunti e rilievi particolarmente significativi e suasivi. Anzitutto il concetto di tradizione, ricondotto etimologicamente al latino <i>tradere</i>, ovvero <i>trasmettere</i> una “<i>consegna verticale </i>proveniente dall’alto, da Dio o dagli Dei”, o comunque da un Assoluto “che trascende e lega ogni soggetto all’idea del cielo, del cosmo, del sacro, oltre che alla terra”, nell’attesa e speranza di vita eterna; o laicamente ritenuta “prolungamento vivificante” che dal passato “porta al presente e propone l’avvenire (concezione diffusa nei paesi anglosassoni con la figura del <i>gentleman </i>e<i> </i>che<i> </i>gli<i> </i>ricorda<i> </i>Prezzolini). E la sottolineatura della frattura determinata dalla fine del Medio Evo con l’accelerazione dell’egemonia della tecnica e della tecnocrazia a svantaggio della vocazione verso la trascendenza e il senso della dipendenza da Dio: un processo rivoluzionario in cui Liberismo, Marxismo, Positivismo e Storicismo sono “facce di una medesima medaglia sovvertitrice”. Al riguardo si propone l’ipotesi di una reversibilità di esso con la resistenza individuale e/o “il riunirsi comunitariamente in piccoli gruppi e famiglie“, comunque mantenendo “uno stile, un asse interiore” mediante l’autodisciplina e l’ascesi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Ed ecco una necessaria precisazione: la reiezione delle “sole rivendicazioni dovute al tempo delle investiture e delle legittime nobilitazioni di sovrani e papi”, in quanto, in genere, non sono queste le élites a cui riferirsi: blasonati degni ve ne sono ancora, ma la nobiltà, in parte, non è – anche per l’alterigia e la supponenza -, all’altezza del titolo (come si rileva in vari Ordini e Confraternite cavalleresche). Ad essa fa riscontro la decisa e categorica asserzione per cui nobiltà oggi può essere solo “quella dello Spirito degno del passato o pronto a generare una novella Tradizione”, all’insegna del brocardo dantesco “fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e conoscenza”, della consapevolezza che l’aristocrazia autentica è “il connotato del meglio rispetto all’usuale, al volgare”, secondo l’insegnamento di Platone, e che il fine ultimo non va riposto nel contingente. Donde ad ognuno è possibile essere aristocratico, degno dell’antica nobiltà, vivendo senza superbia, nella perseveranza, nella temperanza, nella rettitudine, oltre che nel servizio dei più deboli, sia materialmente sia moralmente. E’ rilevante, peraltro, l’opportunità che i sovrani ancora in carica riconoscano e concedano onori e meriti: comunque non sono “il denaro, la potenza sociale o le “cordate” amicali e/o clientelari” a dover decidere circa un riconoscimento di aristocrazia. Illuminanti sono i richiami ai classici: a Seneca, con l’ammonimento a “sapersi ritirare in se stessi” ma anche a “saper alternare la solitudine e lo stare con gli altri”; come a Marco Aurelio (e a S.Agostino) circa la norma dell’agire che può solo essere ispirata all’universalità dei valori; e insieme la sentenza per cui “chi gode di un animo nobile non sopravviverà inebetito nel nichilismo e nella sciatteria”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Inequivocabile e severa è la deplorazione del corrente “dogma del non discutibile”, della diffusa liceità della licenza assoluta e della tendenza verso il livellamento sessuale, l’azzeramento della polarizzazione fra i sessi; della progressiva scomparsa della “autorevole e necessaria figura del padre e di ogni principio di tradizionale convivenza”. E al contrario vivida l’esaltazione dell’onore, della fedeltà, quale virtù fondamentale, che trova un’efficace esemplificazione in figure eroiche come Salvo D’Acquisto, S.Massimiliano Kolbe, i martiri monarchici napoletani di via Medina nel 1946, Jan Palach, Paolo Borsellino, Don Puglisi, “aristocratici cavalieri” del nostro tempo. Particolarmente opportuno, poi, il richiamo a Franz Ebhardt, autore ottocentesco de <i>L’arte di </i>vivere, a sostegno del giudizio secondo cui la propria casa è oggi “più che mai da considerare come un luogo necessario di elezione, uno spazio di ammutinamento rispetto alla volgarità montante, irriguardosa, livellata e servile del mondo circostante”: una dimora che può tuttavia aprirsi accogliendo “pochi e scelti interlocutori per goethiane <i>affinità elettive”, </i>e di cui va curata l’armonia, la bellezza nella custodia (e nel rinnovamento) di memorie, affetti, ed eventuali collezioni, alla luce dell’affermazione di Borges, per il quale dureranno più in là oblio le cose, pure le <i>cose minime</i> ci cui discorre Pessoa, e nella scia di Vitruvio e Plinio il Vecchio: una casa che in un’epoca di “diaspora spirituale”diviene un <i>rifugio all’inclemenza del tempo</i>,<i> </i>come scriveva Gómez Dávila.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Considerazioni, queste, a cui si affianca la deplorazione della profanazione dei monumenti o dell’indifferenza di fronte ad essi, a cui fa riscontro il riconoscimento della possibilità di “costruire dimore, borghi e cattedrali” (ne è uno straordinario esempio Gaudì) e di “restaurare”, purificare, intanto, il nostro paesaggio interiore con l’arte, la cultura, senza dimenticare il buongusto, la convivialità domestica, magari anche scegliendo la campagna con le sue risorse e bellezze. Opportuno, poi, il ricordo dei precetti contemplati dal <i>Codice</i> <i>cavalleresco</i>, che si tramanda da secoli: “Presterai fede in ciò che insegna la Chiesa; Rispetterai i deboli e ti costituirai loro difensore; Amerai il paese in cui sei nato; Non indietreggerai mai davanti al nemico; Combatterai gli infedeli senza tregua e pietà… Non mentirai e terrai fede alla parola data; Sarai sempre il campione del bene contro l’ingiustizia e il male”. Donde il paradosso di quanti rivendicano “titoli e onori del passato promanati da autorità cristiane” e contemporaneamente si professano appartenenti ad altre fedi o addirittura agnostici o panteisti. E infine una vena nostalgica pervade la costatazione dell’ improbabilità della restaurazione di “troni e altari, corone e tiare” a meno di un intervento soprannaturale. Perfettamente in chiave con l’afflato religioso del discorso la conclusione, con l’esortazione ai “cavalieri erranti alla ricerca del Graal”, perché preghino e avanzino “in prossimità d’incontro con i loro pari” per meritare l’Eterno incontro con Dio e riconquistare, con purezza di cuore e limpidezza di sguardo, “la Gerusalemme celeste”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Di queste pagine mi pare denominatore comune un illuminato conservatorismo che, pur potendo ispirare o condizionare opzioni politiche, non configura un disegno politico, e quindi, sia per la prevalente angolazione etica sia per la dimensione élitaria, non è tale da turbare i sonni dei maggiorenti del nostro panorama partitico. Al fervore e all’impegno intellettuale di questa lucida disamina segue un centinaio di pagine di antologia, popolate, in ordine alfabetico, da autori di epoche, nazionalità, lingue diverse; antichi, medievali, moderni ed anche contemporanei: poeti, filosofi, Papi, Santi, moralisti, Sovrani, storici, politici, statisti, mistici, romanzieri, musicisti, giornalisti. Sono brevi sentenze, aforismi, sobri brani o ampie dissertazioni. Si va, così, dalle pronunce incisive di Aristotele (“Chi è degno di grandi cose, è uomo nobile”), di Confucio, di Giovenale, di Dante (“E’ nobilitade ovunque è virtude, e non virtude ovunque è nobilitade”), di Carlyle (“Tra gli uomini c’è una naturale aristocrazia i cui fondatori sono la virtù e il talento”), di Baldassarre Castiglione (teorizzatore della “sprezzatura”), di Tommaso Campanella, di Francesco I Re delle Due Sicilie (“I contrassegni di onore e di distinzione sono il più potente eccitamento alle virtuose e lodevoli azioni”), di Fausto Gianfranceschi (“La confraternita degli spiriti nobili esiste”), di Salvator Gotta (“L’anima a Dio, la vita al Re, il cuore alle Donne, l’Onore a me…”), di Hirohito Imperatore del Giapone, di Jean Rostand (“Non c’è nobiltà senza generosità…”), di Marcello Veneziani, di Stefano Zecchi; alle articolate disamine di Louis de Bonald, di Plinio Corrêa de Oliveira, di Meister Eckhart, di Romano Guardini, di José Ortega y Gasset, di Régine Pernoud, di Pio XII, di Gustave Thibon, di Diego de Vargas Machuca. E tra i due poli, numerosi brevi pensieri, come quello di Maria Patrizia Allotta, Nicolas Boileau. Giovanni Botero, Franco Cardini, Benedetto Croce, San Francesco di Sales, Vincenzo Gioberti, Guido Guinizelli, Emmanuel Lévinas, Joseph de Maistre, Gennaro Malgieri, Jean de Meun, Alfredo Oriani, Riccardo Scarpa, Arthur Schopenhauer, Seneca, San Tommaso d’Aquino, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Gian Battista Vico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Diverse voci, queste, che alimentano la mirabile armonia di questo suggestivo panorama. Se, infatti, molte sottolineano la necessità imprescindibile della virtù, altre insistono sulla genesi religiosa della nobiltà; qualcuna pone l’accento sul valore dell’ereditarietà, qualche altra sulla generosità e, in genere, “sulla differenziazione del comportamento e dell’interiorità, della qualità e del merito”; c’è chi privilegia l’aristocrazia del pensiero e della cultura, mentre deplora lo scadimento etico dell’aristocrazia di sangue; chi si sofferma ad additare i limiti dello spirito borghese e l’uso distorto degli “immortali principi dell’ ’89”; chi auspica la formazione di una nuova aristocrazia nella scia dello spirito della cavalleria. Voci, dunque, diverse ma sostanzialmente concordi sui processi dissolutivi, “perniciosi aspetti della secolarizzazione e della tecnolatria”; e quindi nel rivendicare l’esigenza di esorcizzare l’odierna barbarie, massificatrice e ofelimitarista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Fanno degna corona alle due sezioni precedenti del libro le raffinate pagine del <i>Congedo al Café de Maistre</i>, che si ispirano ai due aristocratici savoiardi, alfieri della tradizione, Joseph e Xavier de Maistre; e quelle del saggio, “di cristallina chiarezza”, dI Don Amadeo-Martín Rey y Cabieses <i>Tres conceptos de Excelencia: Nobleza, Caballería, Aristocracia</i>: un testo di cui Tommaso Romano evidenzia “lo stile, il rigore storico e dottrinale, l’uso accorto delle fonti, nonché il panoramico diorama organicamente tracciato dallo scrittore che, incardinato a partire giustamente dalla Tradizione spagnola, si arricchisce con validi approfondimenti indicati anche in quelle di varie altre nazionalità e culture, con rilievo riguardo pure alla realtà storica italiana…”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 8.5pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Un saggio che si conclude additando gli elementi fondanti della “mejor aristocrazia” nel “respeto a la palabra data”, nella “bontad y la generosidad, la valentia y el coraje, la sinceridad y el respeto a la verdad” congiunti alla “modestia y umildad de corazón”. Una conclusione che mi pare atta a fugare ogni diffidenza (quasi un sentore di egocentrismo o di superbia o di scarsa solidarietà o di mera galanteria) o incomprensione circa l’intento di questo bel libro; che può, ovviamente, non piacere ai conformisti o ai dissacratori della tradizione, ai demagoghi, ma indubbiamente interpreta un’istanza spesso dissimulata ma particolarmente avvertita dalle persone restìe ad unóiformarsi alla decadenza etica corrente. Un libro coraggioso, certamente, nel vigore della sua denuncia e nel fervore (non acritico) della sua rivendicazione della tradizione. Donde il “panormita inattuale” (come si definisce l’autore) appare più che mai attuale, nella luce dell’esigenza di esaltare ciò che leva l’uomo al disopra della palude della grossolanità, del conformismo, della barbarie. </span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-91882080436581558692017-03-11T05:18:00.002-08:002017-03-11T05:18:51.196-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Alberto Maira</b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Un massificante egualitarismo che ha omologato l’esistenza degli uomini travolgendo la vita di interi popoli con un appiattimento soffocante, sposo e figlio insieme, di un relativismo dalle fosche tinte ciniche e annichilenti, ha reso irrespirabile e invivibile il clima del nostro mondo, delle nostre città, dalle megalopoli ai villaggi apparentemente più sperduti ma ormai raggiunti dal rullo compressore di dinamiche massmediatiche, che ti inseguono ovunque, pronte a massacrare la ricchezza di ogni identità e gli spazi di ogni libertà concreta.</span><b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 20pt; line-height: 30.6667px;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Tommaso Romano è un educatore e uno scrittore palermitano, che ha fatto della propria esistenza sin da piccolo, un soldato al servizio di valori non negoziabili, di battaglie difficili ma di alto profilo. E la non negoziabilità dei valori ai quali ha dedicato e continua a dedicare ogni giorno della sua vita da vero e proprio “milite” non sta nel partito preso di ideali frutto di una scelta ideologica partigiana ma dalla adesione a quella “verità delle cose” senza la quale l’ esistenza umana diviene non-senso e disperazione. E dolore, disperazione e distruzione sono il volto trascinato e trascurato di parte considerevole dell’umanità contemporanea. L’assalto alla “verità delle cose”, per usare un termine del filosofo Josef Pieper, si è rivelato un assalto all’amore di Dio per l’uomo con conseguenti diabolici risultati della costruzione di un mondo senza Dio quindi senza pace, senza Dio quindi senza gioia, senza Dio quindi privo di significati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">In <i>Elogio della Distinzione</i>, l’autore, ci offre itinerari di possibile fuoriuscita dal terreno melmoso della piattezza e del vuoto valoriale. Indicandoci non il proclamare una insignificante “distinzione per la distinzione”, per il puro gusto dell’essere fuori dal coro – che comunque è tra l’altro stonato – ma per essere gli incarnatori di un vissuto che risponda alla nostra natura di creature di quel Re dell’Universo che ha iscritto nel nostro cuore un compito che ha un fine ultimo comune e itinerari per conseguirlo legati alla unicità e irripetibilità di ognuno di noi. Sì, uguali ma unici e irripetibili. Dove l’essere uguali non è mai egualitarismo. E dove la unicità e irripetibilità non diviene mai individualismo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Per aiutarci a meditare tutto ciò e altro, Tommaso Romano offre un ricercatissimo florilegio di autori di tempi, luoghi, condizioni, tratti, scuole, temperamenti ed anche prospettive diversi. Ma che, per gli aforismi e le riflessioni nel volume ripresi, offrono suggestioni utili allo scopo, che è quello, di ri-creare “cultura, arte e ambienti” che favoriscano la rinascita di un mondo normale e vivibile, alternativo a quello che è frutto della ribellione delle passioni più disordinate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Nel testo si utilizzano decine e decine di citazioni molto significative e utili di autori antichi e antichissimi, da Aristotele ad Ariosto e Tasso, da Dante a Vico, così come di maestri di vita che i lettori, che speriamo siano tanti, avranno magari anche personalmente conosciuto come Attilio Mordini, Regine Pernoud, Gustave Thibon o Giovanni Cantoni .<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Già il professor Plinio Correa de Oliveira, nel suo magistrale saggio “Rivoluzione e Contro-Rivoluzione”, che non dobbiamo mai smettere di proporre come lettura della crisi del mondo moderno e come indicazione di itinerario di uscita da questa crisi, aveva parlato di “ complessità e l'ampiezza del processo rivoluzionario nelle zone più profonde delle anime, e pertanto della mentalità dei popoli” dove “è più facile indicare tutta l'importanza della cultura, delle arti e degli ambienti” nella marcia dei processi disgregativi. L’opera del Romano offre strumenti per restaurare rinnovati ambiti ove far rinascere e crescere, una nuova classe di nobili spiriti che vivifichino le famiglie sempre più disorientate, la cultura sempre più mercificata, le nazioni sempre più prive di punti di riferimento autentici. Quella che viene proposta è in definitiva la rinascita di focolai di saggezza. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="line-height: 18.4px; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="line-height: 18.4px;">Il <i>florilegio</i> offerto diviene cosi un contributo non di puro esercizio letterario ma uno strumento per alimentare lo spirito, un aiuto a sopravvivere, senza abbattimenti e rassegnazioni ingiustificate, a rilanciarsi in forme rinnovate, al servizio di una nuova evangelizzazione e di rinnovato slancio </span><span style="line-height: 18.4px;">missionario che coniughi lo spirito contemplativo e quello attivo, senza ripiegamenti intimistici e folcloristici, senza risibili orpelli e anacronistici estetismi.</span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-30713120233190760322017-03-01T07:30:00.002-08:002017-03-01T07:30:36.398-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Marcello Veneziani</b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Il bell'Elogio della Distinzione, un libro ricco e coerente di un hidalgo del pensiero.</div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-24531287438783182052017-02-15T04:07:00.001-08:002017-02-15T04:07:56.704-08:00Napoli: presentato l’Elogio della Distinzione di Tommaso Romano<div style="text-align: justify;">
Presso la Galleria d’Arte moderna PRAC, in Napoli, sabato 11 febbraio, organizzato dall’Unione Monarchica, Italiana è stato presentato il volume del Prof. Tommaso Romano, “Elogio della Distinzione”.</div>
<div style="text-align: justify;">
In un’età di approssimazione ed appiattimento, il volume, edito da Fondazione Thule Cultura, e presentato dal Prof. Mario Anzisi e dal Presidente nazionale U.M.I. Alessandro Sacchi, si manifesta come un’idea editoriale fresca e gradevole.</div>
<div style="text-align: justify;">
Assente l’Autore, per un’improvvisa ed imprevedibile indisposizione, il pomeriggio letterario ha visto la partecipazione di folto ed interessato pubblico.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqOsw89Iz99hOceAMTZWZ9zpCwSSbMAzey2HWfmaDEr_CWr70Lrihe2TLwJpma99YeZOdGAIJG3QD2i-Td2ohkxOh5SCgil5wVMTAApIuCMoU-o7kvNdqOIeidpTyfD_Wcj-BDq_sb8tb0/s1600/galleria3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqOsw89Iz99hOceAMTZWZ9zpCwSSbMAzey2HWfmaDEr_CWr70Lrihe2TLwJpma99YeZOdGAIJG3QD2i-Td2ohkxOh5SCgil5wVMTAApIuCMoU-o7kvNdqOIeidpTyfD_Wcj-BDq_sb8tb0/s200/galleria3.jpg" width="150" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK18AUBUsjj8-srZupYXhsOrzeWHtIgsvkGvgxr7nl14LtZPD9KqXXEjzjWI2EabTBEoDNLSm-1AQEtSI90DaWuux7DJh9Tuig9YnBaar8hY4Au3QS_TbdYbCmQbqXwnyLwwhWXqGCuNPX/s1600/sacchi_anzisi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK18AUBUsjj8-srZupYXhsOrzeWHtIgsvkGvgxr7nl14LtZPD9KqXXEjzjWI2EabTBEoDNLSm-1AQEtSI90DaWuux7DJh9Tuig9YnBaar8hY4Au3QS_TbdYbCmQbqXwnyLwwhWXqGCuNPX/s200/sacchi_anzisi.jpg" width="150" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUTH0qTrRKlDwIplOzc0TAtno12T-ImH6Smo1kkw3PRBtMEQ3gyEJDmM6shNvozwhYhTkvT2Az8rYA7wg9NdVgxOQ_ZhWzkQLK47AqCwD50uLy885mDkxHNF2F0RpfaasTHQeFh-EdQgOe/s1600/galleria.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUTH0qTrRKlDwIplOzc0TAtno12T-ImH6Smo1kkw3PRBtMEQ3gyEJDmM6shNvozwhYhTkvT2Az8rYA7wg9NdVgxOQ_ZhWzkQLK47AqCwD50uLy885mDkxHNF2F0RpfaasTHQeFh-EdQgOe/s200/galleria.jpg" width="150" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; margin: 0px; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<br /></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-85070060387605460322017-02-07T03:28:00.000-08:002017-02-07T03:28:17.013-08:00A Napoli presentazione del volume "Elogio della Distinzione" di Tommaso Romano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGEtUzLrNJl_WNEbIpPLeb2XQw_fxTzQXcfO-1bSAViN0IN604eL4eigtFUkm4FdfeA5yXAlqijOhFjSedJxKLmkrv5vVRqVPsG5ssOmNeJq5umTRdvOwGR8NeWHqdJmSJWGmtkS273Lif/s1600/Senza+titolo-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGEtUzLrNJl_WNEbIpPLeb2XQw_fxTzQXcfO-1bSAViN0IN604eL4eigtFUkm4FdfeA5yXAlqijOhFjSedJxKLmkrv5vVRqVPsG5ssOmNeJq5umTRdvOwGR8NeWHqdJmSJWGmtkS273Lif/s320/Senza+titolo-1.jpg" width="242" /></a></div>
<div style="font-size: x-large; text-align: center;">
<span style="color: red;">ELOGIO DELLA DISTINZIONE</span></div>
<div style="text-align: center;">
di Tommaso Romano</div>
<div style="text-align: center;">
(ed. Fondazione Thule Cultura)</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br /><div style="text-align: center;">
ne discutono con l'Autore</div>
<div style="text-align: center;">
Prof. Mario Anzisi</div>
<div style="text-align: center;">
Avv. Alessandro Sacchi</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br /><div style="text-align: center;">
NAPOLI - Sabato 11 Febbraio, ore 17.00 - GALLERIA D'ARTE PRAC, via Nuova Pizzofalcone, 2</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br /><div style="text-align: center;">
l'Unione Monarchica Italiana invita alla presentazione del libro</div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-9624379509847623422017-01-23T05:46:00.001-08:002017-01-23T05:46:06.463-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Manlio Corselli</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx_vzYfrQl6uHQtkM3mqES_A010kmT6Zcie0NbUhcwDCHjFGcz_Mot2L1RKM11gjMKfHshjq3BTP-vsHexDsDrc9XI4s1BNJ8ewDHTArT3lGVWRLRxqGHL7y06zksXHNAwYfcohcrxceth/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx_vzYfrQl6uHQtkM3mqES_A010kmT6Zcie0NbUhcwDCHjFGcz_Mot2L1RKM11gjMKfHshjq3BTP-vsHexDsDrc9XI4s1BNJ8ewDHTArT3lGVWRLRxqGHL7y06zksXHNAwYfcohcrxceth/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">In tempi di barbarie è davvero un atto di audacia inusitata, che – direi – rasenta addirittura la follia, il voler vergare e pronunciare elogi sulla distinzione. Ma siffatta decisione, lungi dall’essere atteggiamento di insana presunzione intellettuale, corrisponde al contrario alla volontà di un Autore, dall’animo sano e robusto, di scegliere di essere deliberatamente inattuale.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Infatti le considerazioni che Tommaso Romano svolge in questa sua ultima poderosa, ricca e preziosa opera non possono che essere intrinsecamente inattuali allorquando risuonano nel deserto popolato dagli ammiccanti ultimi uomini di nietzscheana memoria, i quali appaiono come deboli, tristi coscienze addormentate nel naufragio della modernità cullata da un nichilismo dolce e perfino sdolcinato.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">In tempi di barbarie, perciò, tessere l’elogio della distinzione è un’impresa assai iperbolica che urta coloro che sono gioiosamente poveri di spirito e che scandalizza coloro che si nascondono dietro ciò che è il ‘civilmente e politicamente corretto’.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Questo elogio, invero, può apparire alquanto sgradevole sia sul fronte delle eguali aspirazioni di massa sia sul versante dei comportamenti diffusi della gente, ragion per cui esaltare il valore della distinzione produce un apparente, grave ed irrimediabile scandalo sociale.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Di conseguenza colui che propugna l’eccellenza della distinzione, e se ne fa carico di coerente testimonianza di esistenza, finisce per essere relegato nella perpetua solitudine, nonché per essere confinato in una situazione di isolamento quasi assoluto in un mondo come quello attuale che raggruma gli stili di vita di ognuno in una serie di schemi omologanti sulla scia dell’essere e dell’apparire sotto l’egida dell’<i>egalité</i>.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Dalla Rivoluzione Francese in poi l’<i>egalité</i> si pone come l’unica ed imperiosa, ed imperativa legge del corso della storia che travolge tutti i residui distintivi che caratterizzano la varietà e la multiformità degli aspetti umani e culturali. L’<i>egalité</i> si propone come l’unico dio dei tempi moderni a cui sacrificare tutte le differenze grazie alle quali, invece, ognuno di noi si specifica come un individuo vivente unico ed irripetibile nella scena del mondo. Essa appare piuttosto come il trionfo attuale dell’uniformità. <o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Il fatto è che l’eguaglianza paritaria, intesa come valore supremo e fondante della comunità civile, ha senso se rapportata all’eguaglianza sancita dagli ordinamenti giuridici dinanzi alla legge; diventa invece una mistificazione se sopravanza il valore della libertà inteso nel suo senso più radicale di affermazione di distinti progetti di vita individuali. Il valore della libertà, nel nostro caso, rappresenta il fertile <i>humus</i> da cui germoglia la santa riscossa contro la parificazione che tutto con-fonde nel buio della notte dell’indistinzione. Soltanto uno spirito libero e forte, perciò, può rivendicare il diritto alla distinzione. <o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Sì, perché la distinzione è innanzi tutto educazione di giudizio e conformazione di coscienza che fa da base a comportamenti degni di fungere da <i>exempla</i>, ovvero a contegni personali di impronta onorevole. Allora, l’ethos della distinzione – suggerisce Guglielmo Bonanno di San Lorenzo – si mostra nel personale contegno che suscita in coloro che ci sono vicini e rivela segni di stimata considerazione e riconoscimenti di onorevoli apprezzamenti.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Tommaso Romano crede nella distinzione e combatte per la distinzione: <<chi gode di un animo nobile – proclama con la fierezza tipica del distinto studioso – non sopravviverà inebetito nel nichilismo e nella sciatteria>> nei quali è pur vero che si rotolano i tempi moderni nell’ebbrezza di contaminarsi col nulla e col brutto. E in questo rotolare tutto decade e niente si salva.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Eppure, per il nostro Autore, negli apocalittici tempi del presente, invero intrisi pur essi di “pioggia di zolfo e di piombo”, la vocazione alle “idee chiare e distinte” è speranza di salvezza per quelle anime che dantescamente si stagliano “sdegnose e solitarie” sull’estremo orizzonte della distanza come un faro di nobile ed intrepido coraggio di contrasto nei confronti dell’ignobile viltà del conformismo dilagante.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Sentiamo la mancanza, oggi, di tante figure giganteggianti che, come l’antico Sordello da Goito, sappiano professare e testimoniare la vera dignità della vita, l’autentica severità della coerenza, la limpida condotta dell’uomo onesto e di gentile aspetto, dell’uomo, ovvero, che impronta a decoro e a virtù i propri pensieri, i propri sentimenti, le proprie gesta. <o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">In questo senso una vita decorosa è tale quando sa ostentare il decoro morale e gli obblighi di comportamento sociale che da esso derivano. La vita decorosa, dunque, rifugge dall’esibizione degli inutili orpelli e delle effimere decorazioni, per adornarsi invece delle insegne che danno lustro agli austeri e buoni costumi della rettitudine, sicché è legittimo dire, senza tema di smentite, che un uomo decorato da una vita decorosa è un uomo non solo distinto ma anche dotato di un certo ‘saper fare’.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Tommaso Romano, nel delineare le tante situazioni della distinzione, assume come principio di discorso l’esortazione del nostro sommo Dante Alighieri per la quale ‘non fummo fatti per viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza’. Il che – tradotto in altri termini – è un invito a rifuggire il volgo e le volgarità che rendono miserevole e miserabile la concezione di vita grossolana di una umanità che ha in spregio la coltivazione della sapienza, della saggezza e della bellezza. L’uomo incolto e selvaggio infatti non è altro che l’uomo della barbarie ritornata, l’abitante delle moderne selve oscure.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Dinanzi a quest’uomo, tuttavia, si apre una speranza di salvezza. Infatti, la prospettazione di uno stile di vita di superiore civiltà, che proprio le risorse ideali (e non altre) della Tradizione possono offrirgli per insegnargli l’arte del buon vivere, quella del buon gusto e, non per ultimo, quella del misurato comportamento, rappresenta una spinta di palingenesi, una molla di decoroso riscatto dalla supina volgarità che insozza interiormente ed esteriormente.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">La Tradizione, nella riflessione di Tommaso Romano, diventa quindi la chiave di volta del riposizionamento della distinzione (nei suoi due aspetti di individuale e di collettiva) nel <i>mos maiorum</i> e nel<i> more nobilium</i>. <o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">L’uomo distinto non nasce, ma discende da una genealogia forgiata dalla sostanza immateriale di valori mai rinnegati, custoditi nel patrimonio delle generazioni che ci hanno preceduto, trasmessi nella loro integralità e confermati da una personale esperienza di esistenza.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Sotto questo punto di vista, la persona distinta non solo fa proprio il costume dei Padri ma anche lo arricchisce nel corso della propria vita individuale perseverando in <i>nobilitate</i>.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Vivere nobilmente, allora, non significa vivere in una maniera vetustamente fuori dal mondo sociale che ci circonda, cioè in una antiquaria separatezza. Vivere nobilmente, invece, significa condurre uno stile sociale all’insegna della <i>gravitas</i> ed impregnato dall’onore di fedeltà ai supremi principi morali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">L’intendimento di Romano, dunque, è quello di far piazza pulita dei consueti anacronistici significati che definiscono il concetto e lo status della nobiltà. <<Nel vetusto vocabolario araldico-genealogico-nobiliare è contemplata una definizione di qualità che possiamo prendere volentieri in prestito: lo stato<i> more nobilium</i>, lo stato in cui, cioè, si vive nobilmente, anche a prescindere dal pubblico riconoscimento della nobiltà; (…) vale a dire che anche il nobilitante vivere e sentire può creare le premesse di una discendenza improntata a tali valori>>.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Affermando ciò, Tommaso Romano cita, a conferma della propria tesi, l’autorevole pensiero di Dante Alighieri per il quale – come è stato già ricordato – <<la stirpe non fa le singolari persone nobili, ma le singolari persone fanno nobile la stirpe>>. Di conseguenza, nel tempo presente la nobiltà, nella visione del nostro Autore, <<non può essere oggi che quella dello Spirito degno del passato, oppure che è pronto a generare una novella Tradizione>>.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">In un’epoca in cui si è affievolito il principio di legittimazione nobiliare e nella quale i titolari della <i>fons honorum</i> sembrano centellinare, se non quasi addirittura rinunziare all’esercizio del potere nobilitante, si corre il rischio di decretare la definitiva scomparsa delle gerarchie tradizionali che hanno caratterizzato millenariamente la civiltà europea e l’ordinato, armonioso sistema del <i>jus publicum europeum</i>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Un esito del genere sarebbe una vera e propria catastrofe per l’identità culturale del Vecchio Continente e suonerebbe come colpa grave per coloro che per ignavia, o per colpevole rinunzia delle loro prerogative sovrane, lasciassero scomparire corpi e istituti nobiliari la cui ragione di diritto è sancita dalla <i>voluntas regis</i> di Principi che sono a capo di Dinastie comunque non debellate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Le <i>elitès </i>giocano sempre un ruolo di guida in ogni epoca storica; la loro scomparsa, o la loro sostituzione, determinano mutamenti non irrilevanti negli assetti sociali e politici consolidati. Le <i>elitès</i> sono perciò indispensabili per gli antichi e nuovi regimi. Ma, avverte Romano, c’è una grande differenza fra quelle che dominano le scene di oggi e quelle che governavano nell’<i>Antico regime</i>. Le <i>elitès </i>di oggi non sono altro che delle oligarchie monopolizzatrici, cioè gruppi di potere, invece quelle di ieri esprimevano uomini dotati socialmente e pubblicamente delle migliori qualità, gli eccellenti che si distinguevano per essere, insomma, riconosciuti come autentici aristocratici.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Agli aristocratici, e non ai portatori degli interessi demo-plutocratici, si rivolge Tommaso Romano per invocare una nuova <i>renovatio imperii</i>. Su questo punto egli è abbastanza chiaro e perentorio. <<Che siano il denaro, la potenza sociale o le ‘cordate’ amicale e/o clientelari a decidere, questo lo riteniamo, invece, non consono al valore nobilitante e, in ultima istanza, ininfluente in termine morali e spirituali per un autentico riconoscimento di aristocrazia, vero sigillo di una conseguita nobiltà integrale>>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">L’aristocrazia, pertanto, è uno stato d’elezione che non deve nulla alla democrazia, anche se non è confliggente con essa in quanto si riferisce allo status dell’uomo coltivato e distinto. In questo senso appaiono illuminanti i pensieri di un grande filosofo italiano, Benedetto Croce, quando afferma che <<non si dice cosa peregrina se si dice che gli uomini che pensano e che operano profondamente sono pochi e che perciò le sorti della società umana sono legate a quelle di un’aristocrazia. E neppure si dice ormai alcunché di peregrino aggiungendo che non si deve pensare con ciò alle vecchie aristocrazie chiuse, a quelle del sangue e dell’eredità (…), ma ad aristocrazie sempre aperte, in continuo rinnovamento, i cui componenti, compiuta l’opera loro, muoiono o tornano nelle file, sopravvivendo all’ufficio esercitato>>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Il messaggio che proviene dalla lezione crociana viene fatto proprio da Tommaso Romano perché è per lui chiaro che il modello archetipico greco dell’aristocrazia non può che essere aperto alle trasformazioni sociali di coloro che, adulti nella formazione, aspirano a testimoniare costumi migliori offrendo, da migliori, un servizio più elevato all’intero corpo sociale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">L’aristocrazia viene, così, ad assumere un carattere di attrazione sociale dinamico che non corrisponde a rivendicazioni premiali ma che risponde all’esigenza di garentire la feconda vitalità di rigenerazione di quel corpo sociale di cui si è detto poco sopra. Innervare elementi di aristocrazia nel tessuto sociale può contribuire, per Tommaso Romano, a rafforzare alcuni profili di etica pubblica che sembrano essere destinati al loro inesorabile nichilistico tramonto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Il nostro autore non appoggia il suo auspicio su romantici vagheggiamenti o su estetizzanti nostalgie, ma ne addita con concretezza un possibile percorso di attuazione. Le nuove o rinnovate aristocrazie prendono forma attraverso la ricezione e la permanenza nelle istituzioni cavalleresche. Gli Ordini cavallereschi, con i loro Statuti e le loro Regole religiose, possono costituire infatti, per Tommaso Romano, una scuola d’onore, di fede, di lealtà e di dignità, in guisa che coloro che vi sono accolti possano essere educati alla vera, integrale nobiltà, cioè alla magnanimità dell’animo, all’umiltà delle pratiche di edificazione spirituale, all’impegno di dedizione caritativa, ai carismi di una missione che possiamo riassumere nella formula dei Cavalieri di Malta come <i>tuitio fidei et obsequium pauperum</i>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Sì, perché non c’è nulla di più bello ed onorevole che dedicare la propria vita alla difesa della fede e al servizio di coloro che sono infermi nel corpo e – come dice con bella e ispirata immagine il Santo Padre – ‘feriti nella loro anima’. La Cavalleria, perciò, educa alla libertà perché è spada spirituale della misericordia di Dio, del suo afflato caritativo verso quei soggetti che la Tradizione ha individuato fin dal Medio Evo come i più bisognosi di protezione amorevole: le vedove, gli orfani, i poveri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Nei presenti tempi di barbarie, acuita anche dalle perverse conseguenze di una selvaggia e disumana globalizzazione che produce finanche nuove forme di schiavitù umana, spetta alla milizia cristiana cavalleresca l’onere di avvolgere col manto della pietà i fratelli che portano i segni del Cristo sofferente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Con le professioni, per esempio, dei voti di obbedienza e di povertà la milizia cristiana cavalleresca testimonia una vitalità della natura dell’istituzione il cui ruolo non può che essere quello, nella post-modernità, di nobilitare in senso più alto la ‘città terrena’, restaurandone i segni del Bene Comune e la Giustizia della solidarietà umana. Si tratta, invero, di affrontare la sfida della secolarizzazione e profondere le migliori energie per riconsacrare un mondo sempre più profano, sempre più incline a dissolutezze paganeggianti.<o:p></o:p></span></div>
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<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Portatori della luce della Tradizione, spetterà ai sodalizi cavallereschi illuminare con la bellezza della fede e della verità rivelata il futuro degli stili di vita dell’umanità pellegrina in questa terra. Desidero, perciò, concludere rivolgendo alla tua illustre persona, Tommaso, questo elogio della distinzione che hai voluto dedicare all’Aristocrazia, alla Cavalleria e alla Nobiltà, intravedendo in Te un distinto amico dell’Onore e della perenne Parola di salvezza</span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-88488386517935517652017-01-10T09:04:00.002-08:002017-01-10T09:04:16.567-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Lydia Gaziano</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">Come il naufrago Ulisse che, abbarbicato allo scoglio, ferito e pur vivo, resiste alle onde che su di lui si abbattono incessanti e rabbiose, sono i pochi che tuttora, all’avanzare del brutto e del vile, rialzano la testa per dire no, no e ancora no. Alziamo un argine al baratro incalzante. Ma, per fortuna, avanza piano, ma deciso, il drappello dei dissidenti, degli anticonformisti, di chi al facile plauso preferisce il consenso intelligente dei pochi e Tommaso Romano ne raccoglie i pensieri, le citazioni, le massime. “Io son Cavaliere.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">Tale io verrò e morrò, se a Dio piacerà. Io cammino nell’aspro sentiero della Cavalleria errante e disprezzo le ricchezze, ma tengo in gran conto l’onore. Ho vendicato ingiurie, ho raddrizzato torti, ho castigato insolenze. Non ho intenzione che non sia retta, e penso soltanto a fare a tutti del bene (Miguel de Cervantes)”. “La generosità non è altro che la pietà delle anime nobili (Nicolas de Chamfort). “Un gentiluomo è esigente con se stesso, un uomo volgare con gli altri (Confucio)”.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">“I nostri avi, i Romani, avevano notoriamente un’autentica predilezione per il concetto stesso dell’onore, che nasceva principalmente dal comportamento dell’individuo, evidentemente più degli altri rispettoso delle leggi e leale verso il prossimo, quandanche si trattasse del nemico in guerra (Guglielmo Bonanno di San Lorenzo)”. “Si è nobili solo quando si è esemplari nell’Applicazione della legge di Dio (J. Diego Ortega)”. “Unite le vostre forze perché siano destinate alla costruzione del futuro. Coltivate le vie della rettitudine e la nobiltà di spirito, promuovete e lavorate con risoluzione (Hirohito, imperatore del Giappone)”. “Più gli uomini si sentono uguali, più facilmente tollerano di essere trattati come pezzi intercambiabili, sostituibili e superflui. L’uguaglianza è la condizione psicologica preliminare delle carneficine fredde e scientifiche (Nicolas Gomez Davila)”.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">“Le folle non hanno mai provato il desiderio della verità. Chiedono solo illusioni, delle quali non possono fare a meno. Da sempre la preferenza va al surreale rispetto al reale, l’irreale agisce su di esse con la stessa forza che il reale. Hanno un’evidente tendenza a non distinguere l’uno dall’altro (Sigmund Freud).”</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">E’ dei grandi della cultura mondiale l’inno alla nobiltà, alla bellezza, alla magnificenza: Platone, Seneca, Dante Alighieri, Ludovico Ariosto, Miguel de Cervantes, Stendhal. Un unico grido s’innalza da tante voci diverse: coraggio, coraggio e ancora coraggio, via dal baratro della viltà. Il “Professore” fa certamente sfoggio della diversificata cultura acquisita fra i tanti studi e letture compiute. Lancia, dunque, un appello a chi sa e può approdare ad una presa di coscienza in tempi in cui la cultura non è certo morta, ma rischia l’indeterminatezza e lo smarrimento fra tante voci discordanti e non sempre consone. E si riferisce alla cultura classicamente intesa, come a quella antropologica. <span class="Corpodeltesto2Grassetto"><span style="line-height: 21.4667px;">(L.G.) Tommaso Romano, </span></span><span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="line-height: 21.4667px;">Elogio della Distinzione Aristocrazia, cavalleria, Nobiltà, Stile in tempo di barbarie. Florilegio di Autori con un</span></span><span class="Corpodeltesto2Grassetto"><span style="line-height: 21.4667px;"> </span></span>Saggio di Amadeo- Martin Rey y Cabiese. </span></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">da: "Palermo Parla", nà 102, Dicembre 2016</span></div>
<div>
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-85455205377067281242017-01-10T08:27:00.001-08:002017-01-10T09:48:41.186-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Antonino Sala</b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">Non è impresa semplice ripensare la storia, i suoi Istituti, le sue perenni Tradizioni, nel divenire caotico e sovvertitore che viviamo. Tommaso Romano, studioso e autore noto, da molti decenni impegnato nel fronte tradizionale, consegna una sorta di <span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="line-height: 21.4667px;">Stimma</span></span> essenziale dell<span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="line-height: 21.4667px;">'ideologia della distinzione,</span></span> che si apre con un saggio dell’Autore, ampio e articolato, tutto teso a rivendicare lo Spirito e l’attualità del messaggio cavalleresco e aristocratico per chi, esistenzialmente, resiste come un cavaliere errante nel caos dissolutivo. Egli traccia così una mappatura storica, senza perdere il riferimento pedagogico teso ai valori costitutivi delle differenze che distinguono il soggetto dall’uomo standardizzato e massificato. Romano ritiene possibile il rinvigorimento di ordini e associazioni nobiliari, di Compagnie e Confraternite che si possano - anche in numero quantitativamente non ampio - riformare spiritualmente e gerarchicamente, ritrovando o riproponendo le virtù peculiari e rivendicando altresì un aiolo, una regola e una prospettiva per l’uomo che ricerca oltre lo smarrimento. Segue nel bel volume un ampio <span class="Corpodeltesto2Corsivo"><span style="line-height: 21.4667px;">Florilegio</span></span> di frasi, aforismi, pensieri, brevi saggi scelti dall’Autore di pensatori e scrittori di tutti i tempi (è ricordato anche Gaspare Cannizzo e J. Evola) che, pur nelle rispettive posizioni e nella contestualizzazione necessaria, ci danno una visione organica, seppur diversificata, sul tema e quindi sugli aspetti specifici, che vengono ora proposti, senza il settarismo delle posizioni pregiudiziali, ma lasciando aperta la meditazione.</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify; text-indent: 17pt;">
</div>
<div class="Corpodeltesto20" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18.4px; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">Chiude l’Opera, una vasta bibliografia (anche sull’Araldica e la Genealogia), che è forse una delle più complete fra quelle ad oggi edite in Italia. Una selezione di disegni, incisioni, stampe correda il libro prezioso, con Autori anche contemporanei che hanno interpretato con acribia il tema, oltre che con le classiche visioni della cavalleria medievale. Pur vivendo in tempi realmente apocalittici - dice Romano - è ancora più urgente e radicale l’impegno alla formazione e all’autoformazione, necessari fondamenti per una autonomia attiva della soggettività che sia fedele alle consegne tradizionali e in grado di ristabilire - almeno in sé - gli equilibri perduti e le idealità fondanti.</span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;"><span style="font-family: "times new roman"; font-size: small; text-align: right;">da: "Vie della Tradizione", Rassegna semestrale di orientamenti tradizionali, n° 107, Palermo</span></span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-91459516060074510422016-12-17T05:50:00.001-08:002016-12-17T05:50:43.213-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
di <b>Sandra Guddo</b></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY8K8r4pNOIdGWaWjiE3z8YA61apcjLfdkO9maYSYQnB_WTdrtQR9Ige0BmB1oGLwMKwRNetnMWunM45COyz0FYGi7-HRW9C7TpihAQiPgBkbCKFzeulI3fDojE18FYSmY8JhoaIM4S38S/s200/copertina.jpg" width="141" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Nel mondo della globalizzazione suscita stupore se non addirittura sospetto affermare con tutta tranquillità che non ci si sente “ <b><i>cittadino del mondo</i></b> “ né tantomeno invaso dallo spirito cosmopolita. Un’affermazione forte che <b>distingue </b>in un modo o nell’altro chi ha avuto l’ardire, andando contro vento, di pronunciare una frase siffatta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Ma se a farlo è Tommaso Romano allora tutto ciò ha un senso!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">“ L’Elogio della Distinzione “ infatti vuole essere ed è l’elogio rivolto a chi si distingue dalla massa amorfa ed uniforme, di chi si tira fuori dalla greppia, prendendo posizioni nette ed inequivocabili, fuori dai sofismi e dall’ambiguità, di chi pur ricercando la sintesi, rifiuta il sincretismo che attualmente sembra allargarsi a macchia d’olio su tutte le questioni più importanti del mondo: da quelle politiche a quelle economiche e perfino alle questioni che afferiscono alla sfera più intima e privata del genere umano . <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Ciò inevitabilmente va a toccare temi delicatissimi come l’unione dei generi, una volta rigorosamente distinti ed identificabili, coinvolgendo, in tale miscuglio shakerato, lo stesso concetto di genitorialità che, come ha recentemente affermato Jorge Mario Bergoglio, rappresenta un attentato alla famiglia e alla tradizione e che seguendo queste idee “si rischia un passo indietro “ , fino ad arrivare sull’orlo del baratro!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">In tal senso vanno anche i recenti studi di Aurelio Pace e Carlo di Pietro che nel loro volume “ Gender ascesa e dittatura di una teoria che non esiste “ ( 2016) liquidano con argomentazioni lineari la teoria del gender che non ha trovato riscontri scientificamente dimostrabili, riaffermando il concetto della distinzione dei generi così come sociologicamente sono riconoscibili. Come ha sottolineato, fuori da ogni posizione omofoba, Giuseppe Bagnasco nella sua recensione, “ <i>il progressismo ha condotto all’innaturale livellamento sessuale “ </i>portando l’umanità ormai imbarbarita al disconoscimento dei valori fondanti della società civile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Anche in tal senso va dunque elogiata la distinzione, “ <b><i>fermo restando che attraversiamo tempi apocalittici che hanno il prepotente obiettivo del sovvertimento verso una profonda, perniciosa modificazione antropologica”. <o:p></o:p></i></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"> Tommaso Romano non esita, contro tutte le recenti teorie che parlano di un’uguaglianza falsamente umanitaria, a sostenere che è aristocratico colui che si distingue.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Non a caso Egli, nel Florilégio di Autori che costituisce la seconda parte del suo corposo volume, riporta l’energica affermazione di Nicolas Gomes Davila “L’uguaglianza è la condizione psicologica preliminare delle carneficine fredde e scientifiche”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"> Concorda con tale affermazione Giovanni Taibi nella recensione all “ Elogio “ in quanto chiarisce che “ l’uguaglianza intesa come obiettivo supremo da raggiungere per un popolo che vuole definirsi civile “ è autodistruttivo per lo stesso popolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"> Chi si distingue è un aristocratico inteso non nell’ accezione più diffusa che viene attribuita a tale sintagma la cui etimologia è nota a tutti: “ aristòs e cratòs” cioè potere ai migliori che ha portato, durante i secoli, ad una significazione della parola aristocrazia restringendola fondamentalmente alla sola sfera politica; tanto è vero che nell’antica civiltà greca vennero coniate altre parole per delineare tutte le possibili forme di governo della polìs: monarchia, oligarchia e democrazia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">E’ utile non trascurare questi concetti – base ma nell’ “Elogio della distinzione “ il filosofo Tommaso Romano conduce un’analisi ad ampio spettro che allarga il concetto di aristocrazia, finora intesa come una delle tre classi sociali in cui era diviso il popolo, accanto a borghesia e terzo stato o proletariato, al concetto di distinzione; ciò in quanto sono i migliori che si distinguono per i loro meriti, rivelando nobiltà d’animo, signorilità, gentilezza e sono interpreti di cortesia e cavalleria, di raffinatezza e buongusto contro la dozzinalità, la serialità, la rozzezza e la volgarità. In sintesi, per dirla con il sommo Poeta “ La stirpe non fa le singolari persone nobili, ma le singolari persone fanno nobile la stirpe “. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;"> Sono i migliori che si affermano in un campo o nell’altro attraverso il talento che è innato; ma ciò non può bastare: occorrono impegno e determinazione per evitare che il proprio talento non venga sprecato, oscurato, sepolto da una vita ordinaria e senza una giusta ambizione. Già in una bellissima ed esemplificativa parabola del Vangelo, narrata secondo Matteo ( 25, 14- 30 ) si parla dei talenti, monete in quel tempo in circolazione. Il messaggio della parabola è inequivocabile: va lodato colui che sa far crescere il proprio talento e non chi, per eccessiva prudenza o forse per pigrizia, lo seppellisce senza ricavarne nel tempo alcun frutto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Ecco che allora la nobiltà d’animo può appartenere a chiunque anche al più piccolo ed insignificante degli uomini purché si distingua per l’impegno, per la serietà, per la professionalità e, consentitemi di aggiungere, per l’amore con cui svolge il suo ruolo nella visione complessiva del cosmo, “ <b><i>la cui bellezza, a ben guardare si può rinvenire anche in un filo d’erba “.</i></b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Tommaso Romano non ci tiene proprio ad essere genericamente ritenuto “<b><i>un buonista”</i></b> o peggio “<b><i>cittadino del mondo”</i></b>, non di questo mondo almeno, in cui i poteri forti di potenti lobby economico – finanziarie hanno iniziato uno strisciante appiattimento della distinzioni: addio alle ideologie in antitesi, addio alle peculiarità di un popolo in nome di mode che appiattiscono i nostri gusti anche a tavola e ci vengono propinati cibi seriali a favore di un’economia senza scrupoli che, nel tempo ha saputo indebolire i popoli trasformando le nostre democrazie in palcoscenici della menzogna ; sono state precarizzate le nuove generazioni rendendo i nostri giovani una categoria indifesa di fronte al problema del lavoro; è stata impoverita la media e piccola borghesia per non parlare dell’aristocrazia che è stata confusamente cancellata con un colpo di spugna sostituita da una feroce dittatura sovranazionale che conosce una sola parola: il profitto !<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Ma Tommaso Romano non ci sta ed in coerenza con quanto esposto nel suo <b>“ <i>manuale</i></b><i> </i>“ di sopravvivenza, preferisce restarsene in santa pace nella sua casa, dove ogni cosa ha un valore intimo e spirituale in compagnia dei propri cari e di pochi e selezionati amici con i quali sarà possibile incontrarsi anche al Cafè de Maistre a discorrere di filosofia o di storia o semplicemente a gustare un buon caffè o qualche delizia pasticciera, ammirando il mare che si scorge dalla vetrate in stile liberty del cafè. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Da Lucio Enneo Seneca il nostro Autore ama ribadire che ha imparato l’esortazione ad una vita umile e sobria ma il grande pensatore iberico non poteva ancora sapere che la sobrietà, un termine oggi molto apprezzato, in fondo non è che una delle quattro virtù cardinali: la temperanza. Così la pensa Antonio Nanni nella sua opera “ La sobrietà come stile di vita” ( 2003 ) allorché afferma che “ La sobrietà è il nuovo nome della temperanza ( … ) chi agisce nella temperanza non è smodato, eccessivo, ingordo, sregolato ma è persona semplice ed essenziale in tutto, perché sa ridurre, recuperare, riciclare, riparare, ricominciare. La sobrietà è in questo senso la virtù del futuro “.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Risulta quindi necessario cominciare a liberarsi da tutto ciò che è di troppo, dalle ridondanze per puntare all’essenziale. Tale leggerezza soltanto apparentemente sembra contrapporsi alla ponderosità dell’opera ( quasi duecento pagine ) , divisa in tre corpi : <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="margin: 0cm 0cm 0cm 39pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">1.<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Saggio dell’Autore che è, come Egli stesso la definisce, una “ Apologia della Condizione Singolare “.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="margin: 0cm 0cm 0cm 39pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">2.<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Florilegio di Autori, arricchito da immagini che ritraggono gli antichi Cavalieri disposti a tutto, pur di salvare i Luoghi Santi dal dominio degli infedeli, pronti a combattere fino alla morte “ perinde ac cadaver “.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="margin: 0cm 0cm 0cm 39pt; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">3.<span style="font-family: "times new roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Saggio di Amadeo – Martin Rey y Cabieses, composto appositamente per “ L’Elogio della distinzione”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Tommaso Romano, nell’Elogio della Distinzione, conduce una speculazione filosofica che diventa un vero manifesto di ecosofia in quanto attribuisce grande valore all’ambiente ed in particolare alla casa in cui si vive che diventa lo specchio della nostra scala valoriale. Un’abitazione, anche modesta purché sia personalizzata da “<b><i>cose non</i></b> <b><i>oggetti</i></b> “ raccattati dove capita ma scelti ad interpretare il nostro gusto, le nostre passioni ed inclinazioni, in sintesi il nostro percorso esistenziale fino a conferire alla nostra casa un’impronta inconfondibile, un’anima.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Rispetto alle opere precedenti nell’ Elogio della Distinzione, la dissertazione filosofica, pur nella complessità del suo pensiero, diventa quasi colloquiale e si notano un alleggerimento del fraseggio ed una lievezza narrativa che rientrano, a mio parere, in quel naturale percorso ascetico ed ascensionale che Tommaso Romano sta compiendo da” quel buon cristiano di fede qual è “ per ritornare al punto di partenza, là dove tutto ha avuto Origine.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12pt; line-height: 18.4px;">Il libro si chiude nel modo migliore, con un cortese Congedo al Cafè de Maistre per ritirarsi, come un anacoreta occulto, nel silenzio di un eremo immaginifico, in attesa e nella speranza del ritorno alla Tradizione, del divino intervento provvidenziale e della Parusia.</span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-30936414746987092592016-12-05T08:51:00.001-08:002016-12-05T08:51:44.814-08:00Pubblichiamo un articolo sulla presentazione del libro "Elogio della Distinzione" di Tommaso Romano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyE1l0J-2CU0c11YRLqkOKrIs_tsi6EjQFu6GTjqGWgx4yu2Ma0jZnDmSeZddVTUbKeCgE3T6_QYGC6KSM1R5TQDHb_ykTpZj3MJwpfaWcpqxGRz43TdVXe7MLLkuTSl9YeMXxr6mksnlk/s1600/settimanale+7151.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyE1l0J-2CU0c11YRLqkOKrIs_tsi6EjQFu6GTjqGWgx4yu2Ma0jZnDmSeZddVTUbKeCgE3T6_QYGC6KSM1R5TQDHb_ykTpZj3MJwpfaWcpqxGRz43TdVXe7MLLkuTSl9YeMXxr6mksnlk/s640/settimanale+7151.jpg" width="452" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV3jNa0pnQhaQs87uk3aP0Bz1hyphenhyphenJvf3AAYZfLYhu2Hnw45mrOEteXrj6tRHVVtskd53AQx6ANKuCSIZETV0aqAs6ptB2ikZjM5v0w4yFKC5Mf9Z4Qf3gYg9tpXxbM9onGNnvxMjJY7KkGd/s1600/settimanale+7152.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV3jNa0pnQhaQs87uk3aP0Bz1hyphenhyphenJvf3AAYZfLYhu2Hnw45mrOEteXrj6tRHVVtskd53AQx6ANKuCSIZETV0aqAs6ptB2ikZjM5v0w4yFKC5Mf9Z4Qf3gYg9tpXxbM9onGNnvxMjJY7KkGd/s640/settimanale+7152.jpg" width="452" /></a></div>
<br />Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-84557595147092728542016-12-01T06:28:00.003-08:002016-12-01T06:30:55.577-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">di <b>Giovanni Taibi</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormalCxSpFirst" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggKxCXilxDeyg65zVdLMeXhWmWmIacVTqe3tROSpg8xRID2gIb_GYh3Nr8SnV5sxUtMvvKYcoEUr6fkU3sBt-onoSsGRitsap8G153Jyf7wyUxheDIR-yQ7e2o5nsixCPlrTBO_UceMWqV/s1600/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: large;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggKxCXilxDeyg65zVdLMeXhWmWmIacVTqe3tROSpg8xRID2gIb_GYh3Nr8SnV5sxUtMvvKYcoEUr6fkU3sBt-onoSsGRitsap8G153Jyf7wyUxheDIR-yQ7e2o5nsixCPlrTBO_UceMWqV/s200/copertina.jpg" width="141" /></span></a><span style="font-family: inherit; font-size: large; line-height: 115%;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">La distinzione per non perdersi nel mare magnum della volgarità di usi e di</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">costumi oggi imperante, la distinzione per rivendicare la propria individualità davanti alla massa plaudente che ha come unico merito quello di correre in</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">soccorso del più forte !</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Come distinguersi, come essere se stessi, come vivere con stile in un tempo di barbarie ? </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Sono questo le domande che si pone il saggio di Tommaso Romano “Elogio della distinzione”, ( fondazione Thule cultura) in cui passa in rassegna l'esegesi e la storia dell'Aristocrazia, della Cavalleria e della Nobiltà. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Se i natali danno in qualche modo un imprimatur necessario, questo solo non è sufficiente per fare di un uomo un gentile.</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Dante ce lo insegna: la vera nobiltà non risiede solo nella stirpe e nel sangue ma soprattutto nel cosiddetto cor gentile ovvero nell’animo capace di provare nobili sentimenti e comportarsi di conseguenza.</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">A partire da questo assunto Romano, in quello che si può considerare un vero e proprio manuale del viver cortese, diventa guida sapiente per chi intenda intraprendere con totale disinteresse economico e professionale la strada verso la distinzione, contro la massificazione e la standardizzazione dell'uomo di oggi. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">“La distinzione può essere perseguita da tutti volendolo, ordinando le idee, seguendo studio, esempi e ciò che di nobile ditta dentro”. ( pag 5) </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Come d’altronde ci insegna il filosofo Epicuro: “ Non la natura, che è unica per tutti, distingue i nobili dagli ignobili, ma le azioni di ciascuno e la sua forma di vita”. ( pag.68) . </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Nella prima parte del libro troviamo l’Apologia della condizione singolare in cui Romano si appoggia a uno dei pilastri del suo pensiero: la Tradizione. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Come ama spesso ripetere: “Tanto più forti saranno le sue radici tanto più l'albero ( l'uomo) crescerà in altezza ( morale)”. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Dopo avere passato in rassegna il pensiero legato alla Tradizione Romano affronta un tema a lui particolarmente caro : la casa. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Essa da semplice dimora diviene la cartina di tornasole da cui è possibile avere un identikit esatto di chi la abita, del suo ( buon) gusto, del modo in cui passa il tempo libero, del valore che dà agli oggetti che diventano testimonianza delle sue esperienze di vita . </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Sapere distinguersi non può che passare dal modo in cui si vive la casa, dal rapporto che si instaura con essa ma questa non deve necessariamente essere un rifugio solitario, un eremo senza terra ma "può aprirsi, accogliere pochi e scelti interlocutori per goethiane affinità elettive..... I libri, le suppellettili, gli oggetti, la musica, le buone persone, un animale fedele, la memoria ci faranno ala non certo ingombrante" ( pag 22). </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Si può dunque affermare con Romano che la casa è la proiezione della propria identità. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Dopo questa prima parte di carattere didascalico il volume presenta un florilegio di autori diversi, per stile, pensiero ed epoca storica, che nei loro scritti e nel loro pensiero hanno codificato regole e grammatica della Nobiltà, spiegato il motivo della nascita della Cavalleria e dell’Aristocrazia. In quelli più recenti, è presente la biunivoca corrispondenza tra caduta di valori dei nobili ideali e crisi del tempo storico presente. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Tra le tante citazioni mi piace riportarne una di Nicolas Gomes Davila. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Lo scrittore, aforista e filosofo colombiano così scrive: “Più gli uomini si sentono uguali, più facilmente tollerano di essere trattati come pezzi intercambiabili, sostituibili e superflui. L’uguaglianza è la condizione psicologica preliminare delle carneficine fredde e scientifiche”.</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Se ci riflettiamo bene, altro non è che un elogio della diversità alla rovescia cioè mettendone in evidenza i limiti autodistruttivi dell’uguaglianza intesa come obiettivo supremo da raggiungere per un popolo che vuol definirsi civile. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Segue infine un saggio sulla Nobiltà, ( scritto appositamente per Tommaso Romano) sulla Cavalleria e sull’Aristocrazia dell'illustre studioso, il nobile spagnolo Amadeo-Martin Rey y Cabieses, (Componente dell’Audizione Generale e Consigliere della Real Deputazione del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nonché Membro Corrispondente del Collegio Araldico di Roma ) storico e critico nell’ambito araldico-cavalleresco della Classe aristocratica e della Tradizione iberica, che mostra una particolare attenzione alla storia della nobiltà italiana. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Lo scrittore spagnolo espone a chiare lettere quelli che sono i tratti distintivi della nobiltà: il rispetto della parola data, la bontà, la generosità, il valore e l’umiltà del cuore.</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Nel capitolo finale, prima di una ricchissima bibliografia, c’è il Congedo al Café de Maistre, in cui Romano, malinconicamente, constata come ai nostri tempi la cultura, l’arte, la tradizione, la stessa fede siano diventati degli pseudo valori da utilizzare a piacere per il proprio tornaconto. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">E allora cosa fare ? La ricetta di Tommaso Romano è semplice eppur non sempre facile da attuare: “Resistere, pur sapendo di servire una causa perduta…..Profferire parole e concetti solo quando richiesto, declinando con garbo ma fermamente la compagnia di arrivisti, molesti e insulsi; studiare e scrivere per sé e per chi egualmente non si piega…….mostrare la bellezza e la potenza del creato. Tutto ciò con la ferma consapevolezza di stare in minoranza, in assoluta minoranza, forse testimoni attivi di una ipotetica, eventuale futura memoria”. ( pag. 133-134)</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Una voce fuori dal coro, un anticonformista assoluto che nella vita ha sempre seguito i suoi ideali a costo di rimetterci personalmente, pur di non abbassare la testa davanti al potente di turno. Questo è, ed è sempre stato, Tommaso Romano per chi lo conosce e a cui non fanno stupore le lapidarie frasi del suo “Elogio della Distinzione”. </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Per i pochi che non lo conoscono ancora, questa lettura servirà a comprendere la figura di un intellettuale a volte scomodo ma per questo più interessante da studiare perché, attraverso il capovolgimento della prospettiva, ci fa vedere la realtà con occhi diversi e disincantati. <span style="background-color: white;"> </span></span></div>
<b style="text-align: center;"></b>Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-90636444929665523232016-11-21T23:56:00.002-08:002016-11-21T23:56:24.716-08:00Tommaso Romano, "Elogio della Distinzione" (Ed. Thule)<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">LA DISTINZIONE COME NOBILTÀ NEI CAVALIERI DELLO SPIRITO</span></b><b><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 18pt; line-height: 27.6px;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">di <b>Giuseppe Bagnasco</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;"></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-weight: bold; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy2s4tmdQdiXEdRPMSsUP1NUJ0hjnLlU8oqxUnmuNEs8yfkSqIVST-Wuq7PvvcBBCgJThdqWXn_nfVersC9Nbecr0jEfDjm0K2IvEbcjcJb8sl-PQHrog4-5Ok1V_5vS6IGiX2gkKqVkb9/s1600/COPERTINA+X+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy2s4tmdQdiXEdRPMSsUP1NUJ0hjnLlU8oqxUnmuNEs8yfkSqIVST-Wuq7PvvcBBCgJThdqWXn_nfVersC9Nbecr0jEfDjm0K2IvEbcjcJb8sl-PQHrog4-5Ok1V_5vS6IGiX2gkKqVkb9/s200/COPERTINA+X+%25283%2529.jpg" width="137" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy2s4tmdQdiXEdRPMSsUP1NUJ0hjnLlU8oqxUnmuNEs8yfkSqIVST-Wuq7PvvcBBCgJThdqWXn_nfVersC9Nbecr0jEfDjm0K2IvEbcjcJb8sl-PQHrog4-5Ok1V_5vS6IGiX2gkKqVkb9/s1600/COPERTINA+X+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy2s4tmdQdiXEdRPMSsUP1NUJ0hjnLlU8oqxUnmuNEs8yfkSqIVST-Wuq7PvvcBBCgJThdqWXn_nfVersC9Nbecr0jEfDjm0K2IvEbcjcJb8sl-PQHrog4-5Ok1V_5vS6IGiX2gkKqVkb9/s1600/COPERTINA+X+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 150%;"><b> </b> Dopo l’Elogio dell’ozio di Bertrand Russel e
il più vetusto Elogio della pazzia di Erasmo da Rotterdam, tra i più rinomati e
che si “distinguono” dai tanti, per gli argomenti similari trattati nel campo
della disquisizione antroposociologica, ecco l’arrivo sul tavolo delle nostre
“distrazioni”, quasi a completamento di una sorta di Trilogia, L’Elogio della Distinzione
(Fondazione Thule Cultura – Palermo 2016) del filosofo Tommaso Romano. Non è un
trattato ma un “manifesto”, una riflessione non confessionale, sullo stato e
condizione contingente e spirituale a cui è pervenuta la società contemporanea
del mondo che per semplificazione chiamiamo “occidentale”. Un manifesto,
dicevamo, che si può leggere alla stregua di un manuale di regole educative,
senza per questo assumere i connotati di una filippica sebbene a tratti appaia
come significativa e volitiva “omelia”. Né poteva essere diversamente per
l’argomento affrontato e che spazia per tutto l’arco della devianza nei
comportamenti “tradizionali” dell’uomo odierno. <b><o:p></o:p></b></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-size: 16.0pt;"> Per potere scrutare a primo acchito il
poderoso testo e carpirne le parti più salienti, visto che è composto da ben
tre “corpi” relativi ad un saggio dell’Autore, un saggio dell’illustre
Amadeo-Martin Rey y Cabieses e un ricco e unico Florilegio di Autori, ci viene
in soccorso il sottotitolo: Aristocrazia, Cavalleria, Nobiltà, Stile in tempo
di barbarie. Non c’è alcun dubbio nell’affermare che si tratti di una
esplorazione storica e sociologica su ciò che questi “titoli” hanno
rappresentato e che l’Autore sottolinea
con l’intercalare il testo di disegni riferiti a momenti d’azione della
Cavalleria d’un tempo con schiere
cristiane affrontanti le saracene e la raffigurazione nell’antifrontespizio della
sagoma idealizzata del Krak (fortezza crociata in Siria) dei Cavalieri
Ospitalieri di Gerusalemme divenuti poi di Rodi, infine di Malta e oggi
rappresentati dallo SMOM. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-size: 16.0pt;"> Tommaso Romano, non nuovo nell’esposizione
di “tesi teologali” sullo spirito, da buon cristiano di fede qual è, mette al
servizio del dettato di Dio, la vestitura armata del distinto “Cavaliere dello
Spirito”. E lo fa discettando sui temi sopraindicati, a cominciare dal concetto
di Aristocrazia, distinguendo quella di spada da quella dello spirito. L’aristocratico, nel composto della semantica
greca di aristòs (eccellenza) e cratòs (potere di governo), delinea una persona
che si governa da sé e per espansione, colui che si isola dalla folla. E per
folla, come afferma l’Autore, s’intende quanti sono accomunati nella volgarità,
rozzezza, dozzinalità e violenza del comportamento nelle parole come negli atti,
fino ai modi. Tuttavia, sempre nel proseguo della ratio in Romano, l’isolarsi
dalla realtà, l’eccessivo autocontrollo, compresa la mancanza di ironia, non
consentono l’educazione alla nobiltà che, di contro, si consegue nella capacità
del saper scegliere il confacente rapporto con il prossimo. L’aristocratico è
pertanto la persona distinta, custode di quei valori che dovrebbero armare i suddetti Cavalieri per conquistare “nelle
steppe del nulla, la Gerusalemme Celeste. Il tutto”. Oggi che il
“progressismo”, l’innaturale livellamento sessuale, l’omologazione alla
massificazione, portano ai conseguenti disvalori, fra tutto questo declinare un
posto privilegiato è riservato ad una virtù d’eccellenza: l’Onore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-size: 16.0pt;"> Ora, a prescindere dalle valutazioni sottolineate
dallo storico Franco Cardini che lo conforma a dignità personale, reputazione e
onorabilità comportanti il diritto della
persona al rispetto e alla stima, bisognerebbe qui aprire uno spaccato su
questa virtù che, a parere non solo nostro, incardina tutte le qualità del
“buon uomo”, del buon cristiano ma che non si riflette nel diverso homo bonus del
poeta Marziale. Incominciamo, purtroppo, col dire che le culture della
menzogna, dell’ipocrisia, hanno inferto una profonda e dolorosa ferita nel
comportamento deontologico degli uomini e in particolare nel malinteso senso
dell’onore soprattutto se riferito alla latina sacralità della parola data, pacta
servanda sunt, come comprova, per mantenerla, il sacrificio del console Marco Attilio Regolo. Pensiamo
ad esempio a quanti giustificano un loro scomposto agire con un’alzata di
spalle o con quel “Je m’en fous”, di recente pronunciato dal Presidente della
Commissione Europea Juncker e che fa comprendere quale ingloriosa fine abbia
fatto quel certo bon ton!. Ma la trasgressione del senso dell’onore ha antica
data giacchè la ritroviamo, spulciando la mitologia greca o passi della Bibbia,
nei racconti del “padre” Zeus che ricorreva al travestimento e finanche alla
sostituzione di persona per sedurre con l’inganno le belle mortali o come nella
vergognosa e subdola condotta di Re David quando mandò in guerra, in prima
linea e quindi alla morte Uria, lo sposo della bella Betsabea che aveva sedotto
e che comunque poi da vedova sposò. E ancora, non possiamo elencarli tutti, nel
tradimento fatto da un certo Horatio Nelson nei confronti dell’Ammiraglio
Caracciolo (la resa in cambio della vita) e che invece fece impiccare sulla
murata della sua Victory contravvenendo come un volgare pirata alla parola
data. Infine, ricorrendo alla Storia, ancora sull’onore tradito, quando Enrico
IV di Francia pur di mantenere salda la sua corona abiurò alla sua fede
protestante e abbracciò quella cattolica con un probabile e analogo “Je m’en
fous” nel famoso “Parigi val bene una messa!”. Ma i dettati del codice d’onore
hanno sempre governato, lungo il corso dei tempi, gli uomini giusti e probi e
ciò sin dai codici cavallereschi del Medioevo giungendo per alcuni tratti, perfino
a quelli non scritti dell’onorata società, uniformemente intesa in tutto il
nostro Meridione e giunta, con l’emigrazione “imposta” dopo la sua
piemontesizzazione, fino alla “frontiera” dell’Ovest americano. Erano codici
che tutelavano l’onestà della donna, intoccabilità dei bambini, la parola data,
con in aggiunta il divieto di sparare alle spalle o ad un uomo disarmato. Norme
non scritte nella vita che, fino all’abolizione formale del feudalesimo, si
conduceva nei feudi e che era regolata da un castaldo, un soprastante, un
fattore che amministravano la giustizia “parallela” essendo i feudi luoghi
spesso “inaccessibili” anche alle compagnie rurali dei governi del tempo.
Nacque lì la vecchia “onorata società” da non confondere con la successiva
malavita organizzata o coi “picciotti” di La Masa che furono, ma ancor prima in
letteratura nei manzoniani “bravi” di Don Rodrigo o nei severi “tribunali” della
setta panormita dei Beati Paoli di natoliana memoria, il loro capostipite. Era
quest’ultima una “Confraternita” segreta, come afferma il Villabianca, di
uomini valenti che perseguivano i valori della difesa dei deboli e della
giustizia pur rimanendo nelle loro feroci sentenze ferventi religiosi e credenti
in Dio e al Santo di Paola, a cui si richiamavano. A uomini di tal fatta, a
questi “uomini d’onore”, si deve l’appellativo di “cristiano”. Ma torniamo all’Elogio
della Distinzione e al tema della Ecosofia affrontato dal filosofo Romano nel
riconsiderare il senso della abitazione in cui si vive. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-size: 16.0pt;"> Al pari di Francesco Alberoni che nel novero
della scienza della comunicazione include quella che avviene attraverso il
vestire certi abiti dando a questi la facoltà di dare un messaggio su chi li
indossa, così il Nostro attribuisce lo stesso significato all’arredamento e al
gusto di disporlo in un certo modo nella dimora di una persona dalle qualità
“aristocratiche”. E questo come proiezione della propria identità dedicando tra
gli arredi anche uno spazio ai ritratti dei propri antenati a guisa dei Lari e
dei Penati dei Latini. Completano, conclude Romano, la bellezza della dimora,
non necessariamente un palazzo, il poter accudire l’eventuale giardino di casa
o il curare il collezionismo al pari di un personale museo, considerando
entrambi come manifestazioni secondarie del gusto del dimorante. Con questo
fare si può contrastare, aggiunge l’Autore, il completamento dell’ecatombe che
incalza e principalmente col formare, con persone che in ciò si riconoscono,
una sorta di patriziato civico di pochi ma decisi “Cavalieri”. Titolo di
nobiltà, ammonisce il Nostro, che non deve essere acquisito tramite sedicenti
Istituti che l’elargiscono dietro compenso essendo insita la possibilità di poter
incorrere così, in quel “Todos Caballeros” che l‘imperatore Carlo V concesse a
certi postulanti sardi che lo reclamavano. Frase che oggi viene usata in tono
dispregiativo annullando di fatto la distinzione o il prestigio dei pochi che
lo meritano. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-size: 16.0pt;"> Fatto salvo questo primo “tomo” che forma il
“corpus iuris” principale dell’Elogio della Distinzione, essa incorpora altresì
una poderosa antologia, un Florilegio di Autori che espongono le loro frasi,
trattazioni, aforismi nel reticolo degli argomenti qui esposti, con particolare
riguardo al significato di Aristocrazia. Pur tuttavia di questi Eccellenti non
ci è possibile citare tutti i nomi dal momento che in dettaglio l’elenco supera
le cento pagine. Fa da cornice a tanto disquisire, un prezioso saggio del nobile
spagnolo Don Amadeo-Martin Rey y Cabieses, storico e critico nell’ambito
araldico-cavalleresco della Classe aristocratica e della Tradizione iberica, che
ne approfondisce lo studio, con un particolare riguardo a quello genealogico italiano.
Il saggio dell’Illustre, Componente dell’Audizione Generale e Consigliere della
Real Deputazione del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nonché Membro
Corrispondente del Collegio Araldico di Roma, risulta diviso in Nobleza,
Aristocracia e Caballeria, speculari in qualche modo al sottotitolo dell’Elogio
della Distinzione. Nella reflexion final l’Illustre raccomanda il rispetto
della palabra dada, la bondad y la generosidad e la valentia y la humildada de
corazòn perché solo la loro actuaciòn es la mejor aristocracia , cioè quella
del poder de la bondad. <o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy2s4tmdQdiXEdRPMSsUP1NUJ0hjnLlU8oqxUnmuNEs8yfkSqIVST-Wuq7PvvcBBCgJThdqWXn_nfVersC9Nbecr0jEfDjm0K2IvEbcjcJb8sl-PQHrog4-5Ok1V_5vS6IGiX2gkKqVkb9/s1600/COPERTINA+X+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
</a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 150%; mso-bidi-font-size: 16.0pt;"> Alla termine di queste note, una riflessione,
anche se non esaustiva, di quanto ci resta, speriamo in seguito non in briciole
di memoria, della meritoria opera del “mosaicosmico” Magister. Senza scadere
nella facile apologia di maniera, si resta “impressionati” da questo album di
fotografie-commentario che, senza tema di supponenza, potremmo definire “De
humanitate destructa”, giusto per parafrasare i commentari cesariani, nonchè coinvolti
dall’afflato che traspare dalla malcelata angoscia con cui l’Autore esamina
l’uomo sedotto e concupito dalla Tecnolatria dalla quale non si può distaccare
senza il paventato pericolo di non apparire “politically correct”. Il richiamo
risulta un accorato appello a quanti si avviano ciecamente verso l’abisso
dell’anima trascinando con sé duemila anni di cammino e di acquisizione di una
civiltà della quale restano testimoni ineguagliabili città uniche come Atene,
Roma, Alessandria, Gerusalemme, Venezia, Pietroburgo. Un richiamo quindi per
impedire a costoro di non finire aggrappati, in un rigurgito di ravvedimento, a
quella “Zattera della Medusa” che tanto bene rappresenta la deriva di uomini
disperati, il dipinto di Theodore Gèricault. A ben vedere, l’Elogio della
Distinzione costituisce una sorta di testamento spirituale del Cavaliere dello Spirito
Tommaso Romano, appartenente purtroppo all’esausto filone di un certo nuovo
romanticismo, non letterario ma spirituale nel senso che si richiama al Passato
vestendo la parola di “Redentore” di una certa cultura. Un testamento
spirituale, dicevamo, che si coglie in questo Discepolo della Cultura che quale
Pellegrino del Cosmo chiude questo pregevole lavoro, con fare quasi
colloquiale, con un congedo, certamente non occasionale. Egli infatti inserisce
al confine dei “tomi” trattati, un testo dal significativo titolo “Congedo al
cafè de Maistre”. E volutamente, prendendone a prestito il nome, sceglie per
siffatto “eremo senza terra”, l’immaginario ricovero in un Caffè, posto di
fronte il mare nel Foro Borbonico (oggi Italico), dove in una atmosfera
pregnante di “art nouveau”, si ritrova a scrivere, tra un caffè e il
centellinare di un Porto, avvolto nell’aria da una coinvolgente musica
mozartiana, una lettera, quasi una immaginaria “epistola apostolica” rivolta ad
una civiltà al tramonto. In questa, da buon Anacoreta occulto, chiama alla
resistenza con quel pudore, riserbo, dignità,
sensi comuni ai pochi frequentatori di quel Caffè, anche se ritiene che
tutto è perduto, riprendendo in ciò la frase di Francesco Primo di Francia
nell’infausto giorno di Pavia, nel messaggio alla propria madre, “Tutto è
perduto fuorchè l’onore”. Ed è nel nome di queste virtù e dell’onore che il
Romano, come in un battesimo liturgico, rinuncia al satana della egemonia
tecnologica e alla dittatura del pensiero unico nello stesso modo in cui rinuncia
agli applausi dei falsi adulatori, esprimendo come unica aspirazione quella di
essere lasciato in pace dentro un immaginario Chiostro. E’ nel contesto di
queste note che il Filosofo appare nelle vesti più dimesse dell’ordinario
umano, svelando una sorta di stanchezza per l’impari lotta contro questo mondo
destinato al declino, riponendo però l’ultima speranza nel salvataggio ad opera
della divina Provvidenza. Si chiude così questa antologia, questo
breviario-manuale di concetti, richiami, esortazioni che, iniziati con la
Distinzione, anima della nobiltà del cuore e dello spirito, giungono al termine
di questo excursus, alla malinconia nel corpo senza tuttavia coinvolgerne
l’anima.<o:p></o:p></span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-85828204826217199362016-11-19T07:49:00.001-08:002016-11-19T07:49:25.356-08:00Presentazione del libro di Tommaso Romano "Elogio della Distinzione" Mercoledì 23 Novembre a Palermo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJzdjKrwe4eqMIUYy-cS4JtR5nxioeJ6S0gbdW0FByD6Cq-yynGPnEx5fZRdcnPfcweqxS-C2Zn_oxIQW9PdS3pRgv5wPB3t88jBjlHl7NDUtBBP5Xjr1pOWnpljRFCjrlRVNLlGO8fBSK/s1600/invito+modificato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="308" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJzdjKrwe4eqMIUYy-cS4JtR5nxioeJ6S0gbdW0FByD6Cq-yynGPnEx5fZRdcnPfcweqxS-C2Zn_oxIQW9PdS3pRgv5wPB3t88jBjlHl7NDUtBBP5Xjr1pOWnpljRFCjrlRVNLlGO8fBSK/s640/invito+modificato.jpg" width="640" /></a></div>
<br />Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-85886119695354887132016-11-17T02:28:00.001-08:002016-11-17T02:28:05.494-08:00AUTORI PRESENTI NEL FLORILEGIO<div class="Corpodeltesto40" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 115%; margin: 0cm 0cm 27pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">SIMONETTA AGNELLO HORNBY,
FELICITA ALLIATA di VILLAFRANCA, MARIA PATRIZIA ALLOTTA, <span class="Corpodeltesto4Corsivo"><span style="line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">ALMANACCO NOBILIARE DEL NAPOLETANO L'ARALDO,</span></span>
HANS CHRISTIAN ANDERSEN, ACHILLE ANGELINI, FABRIZIO ANTONIELLI d’OULX,
LUDOVICO ARIOSTO, ARISTOTELE, JULES AMÉDÉE BARBEY d’AUREVILLY, MAURIZIO
BARRACCANO, MAURIZIO BARRACCANO, GIACOMO C, BASCAPÈ, San BASILIO MAGNO, WALTER
BEGEHOT, HILAIRE BELLOC, BENEDETTO XV, San BERNARDO di CHIARAVALLE, ANDREW
BERTIE, SEVERINO BOEZIO, MATTEO MARIA BOIARDO, NICOLAS BOILEAU, LOUIS de
BONALD, FRANCESCO BONANNI di OCRE, GUGLIELMO BONANNO di SAN LORENZO, SALVATORE
BORDONALI, GIOVANNI BOTERO, PIERFRANCO BRUNI, EDMUND BURKE, ROBERT BURTON,
ANTONINO BUTTITTA, TOMMASO CAMPANELLA, CRISTINA CAMPO, ALBERT CAMUS, GASPARE
CANNIZZO, GIOVANNI CANTONI, ANTONIO CAPECE MINUTOLO di CANOSA, ANTONIO
CAPRARICA, FRANCO CARDINI, THOMAS CARLYLE, BALDASSARRE CASTIGLIONE, MIGUEL de
CERVANTES, ARNOLFO CESARI d’ARDEA, Abate CESAROTTI, NICOLAS de CHAMFORT, EMIL
CIORAN, PAUL CLAUDEL, <span class="Corpodeltesto4Corsivo"><span style="line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">CODICE CAVALLERESCO
ITALIANO,</span></span> PAULO COELHO, CONFUCIO, PLINIO CORRÈA de OLIVEIRA,
MANLIO CORSELLI, BENEDETTO CROCE, FERNANDO CROCIANI BAGLIONI, GIORGIO
CUCENTRENTOLI di MONTELORO, JEAN BAPTISTE de la CURNE de SAINT- PALAYE, CAMILLO
d’ALIA, LUCIO D’AMBRA, GABRIELE d’ANNUNZIO, UGO D’ATRI, PIER FELICE degli
UBERTI, MASSIMO D’AZEGLIO, DA PONTE - MOZART, DANTE ALIGHIERI, FERRUCCIO DE
CARLI, GIO BATTISTA DE LUCA, MASSIMO de LEONARDIS, FEDERICO DE MARIA, ROBERTO
de MATTEI, GIUSEPPE DELLA TORRE, GOFFREDO DI CROLLALANZA, CHARLES DICKENS,
DIOGENE, MAURIZIO DUCE CASTELLAZZO, GUILLAME DURANT MEISTER ECKHART, FRANCESCO
EMANUELE e GAETANI di BELFORTE e di VILLABIANCA, EPICURO, ERACLITO, FELIX
ESQIROU de PARIEU, EURIPIDE, JULIUS EVOLA, San PIER GIULIANO EYMARD, MARCELLO
FALLETTI di VILLAFALLETTO, GIUSEPPE ATTILIO FANELLI, MASSIMO FINI, DOMENICO
FISICHELLA, GUSTAVE FLAUBERT, JEAN PLORI, FRANCESCO I Re delle Due Sicilie, San
FRANCESCO di SALES, JOHN FULTON SCHEEN, SIGMUND FREUD, LUCIANO GARIBALDI,
PANFILO GENTILE, INNOCENT GENTILLET, GIUSEPPE GIACOSA FAUSTO GIANFRANCESCHI,
VINCENZO GIOBERTI, SANDRO GIOVANNINI, GIOVENALE, DOMENICO GIULIOTTI, JOHANN
WOLFANG GOETHE, NICOLAS GÓMEZ DÀ VILA, EDMOND e JULES de GONCOURT, SALVATOR
GOTTA, REMY de GOURMONT, JACQUES GOUSSAULT, ARTURO GRAF, ROMANO GUARDINI,
GUGLIELMO, Arcivesco di Tiro, GUIDO GUINIZELLI, GUITTONE d’AREZZO, MARTIN
HEIDEGGER, <span class="Corpodeltesto4Corsivo"><span style="line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">HERALDICA</span></span>,
ANGEL HERRERA ORIA, HIROHITO, Imperatore del Giappone, Santa ILDEGARDA di
BINGEN, INCMARO di REIMS, HENRY JAMES, ROBERTO JONGHI LAVARINI, ERNST</span><sup><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span></sup><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">J</span><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-language: EN-US; mso-fareast-language: EN-US;">Ü</span><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">NGER, S</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Ö</span><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">REN KIERKEGAARD, TOMMASO LANDOLFI, STEFANO LANUZZA, LEONE
XIII, EMMANUEL LÉVINAS, ALBERICO LO FASO DI SERRADIFALCO, GIORGIO LOMBARDI,
LEO LONGANESI, OTTO von LOSSOW, COSTANTINO LUCATELLI, RAIMONDO LULLO, FRANCO
MAESTRELLI, JOSEPH de MAISTRE, GENNARO MALGIERI, THOMAS MALORY, GIUSEPPE
MANZONI di CHIOSCA, OLIVIERO de la MARCHE, GIOVANNI MARESCA di SERRACAPRIOLA,
CARLO MARULLO di CONDOJANNI, San MATTEO, CHARLES MAURRAS, CESARE MERZAGORA,
CLEMENTE di METTERNICH, JEAN de MEUN, JULES MICHELET, ENZO MODULO MOROSINI,
THOMAS MOLNAR, MICHEL de MONTAIGNE, MONTESQUIE, CIRILLO MONZANI, ATTILIO
MORDINI, CARMELO MUSCATO, NAPOLEONE BONAPARTE, FRIEDRICH NIETZSCHE, NOVALE,
MICHEL ONFRAY, ALFREDO ORIANI, DIEGO ORTEGA, JOSÉ ORTEGA y GASSET, <span class="Corpodeltesto4Corsivo"><span style="line-height: 115%; mso-ansi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">L’OSSERVATORE ROMANO,</span></span> PIER PAOLO
OTTONELLO, ALDO PALAZZESCHI, SILVANO PANUNZIO, San PAOLO, GIOVANNI PAPINI,
VILFREDO PARETO, BENT PARODI di BELSITO, BLAISE PASCAL, ROBERTO PECCHIOLI,
CAMILLO PELLIZZI, GIUSEPPE A. PENSAVALLE de GRISTAFORO dell'INGEGNO, FRANCESCO
PERICOLI RIDOLFINI, REGINE PERNOUD, FERNANDO PESSOA, FRANCESCO PETRARCA, PIO
XII, PLATONE, JACQUES PLONCARD D’ASSAC, PORFIRIO, ANTONIO POSSEVINI, EZRA
POUND, PROCLO, ALEXANDER SERGEVEICH PUSHKIN, ROB RE1MEN, JULES RENARD, ANTOINE
RIVAROL, ANNIBALE ROMEI, JEAN ROSTAND, SFORZA RUSPOLI, ROBERTO RUSSANO,
ALESSANDRO SACCHI, ANTONINO SALA, MADALEINE de SOUVRÉ de SABLÉ, RICCARDO
SCARPA, EMANUELA SCARPELLINI, FRIEDRICH SCHLEGEL, KARL von SCHMIDT, ARTHUR
SCHNITZLER, ARTHUR SHOPENHAUER, SENECA, SERGIO SERGIACOMI de AICARDI, GERGE
BERNARD SHAW, PRIMO SIENA, SOFOCLE, LUIGI ATHOS SOTTILE D’ALFANO, OTHMAR
SPANN, EDMUND SPENSER, GEORGE ERNST STAHL, EDGARDO SULIS, TORQUATO TASSO, VANNI
TEODORANI, TEOGNIDE, GUSTAVE THIBON, LUDWIG TIECK, GIUSEPPE TOMASI di
LAMPEDUSA, San TOMMASO d’AQUINO, CESAR CARLOS de TORELLA, UGO di san VITTORE,
MARCO VANNINI, DIEGO de VARGAS MACHUCA, PIERO VASSALLO, AUVENARGUES, MARCELLO
VENEZIANI, GIOVANNI VERGA, GIAMBATTISTA VICO, CARL - ALEXANDER von VOLBORT,
KARL FERDINAND WERNER, OSCAR WILDE, ROBERTO ZAVALLONI, STEFANO ZECCHI,</span><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-13557327628670568712016-11-07T22:46:00.000-08:002016-11-07T22:46:03.005-08:00Presentazione del libro di Tommaso Romano "Elogio della Distinzione" Mercoledì 23 Novembre a Palermo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO8XLHIRk4z9tHXUHIDE-rz1MBOTeCGpS2ZpB0YwMQw9bsT5RMxpSbrsckkil2llqwtSk2fT3DIi9XXveZpYtYoLrPBOdhwCi9haAlIPiKyMhq77uKMnKhigEFBFgT_ib4GJR7ewPCWsw0/s1600/invito.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO8XLHIRk4z9tHXUHIDE-rz1MBOTeCGpS2ZpB0YwMQw9bsT5RMxpSbrsckkil2llqwtSk2fT3DIi9XXveZpYtYoLrPBOdhwCi9haAlIPiKyMhq77uKMnKhigEFBFgT_ib4GJR7ewPCWsw0/s400/invito.jpg" width="400" /></a></div>
<br />Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-89133551329345866012016-10-17T03:59:00.003-07:002016-10-17T04:02:13.316-07:00La Distinzione o la dissoluzione nella barbarie<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;"><i>Elogio della Distinzione. Aristocrazia, Cavalleria, Nobiltà, Stile in tempo di barbarie </i>è il titolo del nuovo volume di Tommaso Romano che si avvale di un ampio e articolato Saggio dello stesso autore con centinaia di aforismi, pensieri e brevi articoli sui temi trattati di Pensatori di tutti i tempi (da Aristotele e Platone a Dante e Botero, da Vico e Rosmini a Pio XII, Gomez Davila e Thibon, fino ai contemporanei Fabrizio Antonielli d'Oulx, Diego de Vargas Machuca, Massimo de Leonardis, Marcello Veneziani, Gennaro Malgieri, Roberto Jonghi Lavarini, Pier Felice degli Uberti, Salvatore Bordonali, Alessandro Sacchi, Ugo D'Atri, Alberico Lo Faso di Serradifalco solo per ricordarne alcuni). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Il Volume è arricchito da un prezioso Saggio di Amadeo-Martin Rey y Cabieses con una vasta bibliografia accompagnata da rare incisioni e disegni originali. il Volume di oltre 200 pagine, € 25.00, può essere ordinato in contrassegno a <a href="http://fondazionethulecultura@gmail.com/">fondazionethulecultura@gmail.com </a> o contattando il numero telefonico <span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><b>3493896419</b></span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Pubblichiamo un testo di Tommaso Romano che riassume i motivi principali che hanno ispirato la stesura del volume. </span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5661116903394797422.post-20137312718928180662016-10-17T02:46:00.001-07:002016-10-17T03:25:25.424-07:00Scegliere la Nobiltà dello Spirito<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-large;">di <b>Tommaso Romano</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: x-large;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Nel vetusto vocabolario araldico – genealogico – nobiliare vi è una definizione di qualità che possiamo prendere volentieri in prestito: lo stato <i>more nobilium, </i>lo stato in cui cioè si vive nobilmente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Come ben disse Dante Alighieri: “La stirpe non fa le singolari persone nobili, ma le singolari persone fanno nobili la stirpe”. Vale a dire che anche l’inizio del nobile vivere e sentire, può creare una discendenza. C’è sempre, infatti, un inizio.</span></div>
<span style="font-size: x-large;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-large;">Sgombriamo subito il campo da rivendicazioni e attribuiti dovuti al tempo delle investiture e delle legittime nobilitazioni di sovrani e papi o di chi ne aveva titolo, non sono queste – in larga parte e con le dovute eccezioni – le élites ormai a cui riferirsi. Blasonati degni ve ne sono, ma la nobiltà oggi è in buona parte indegna – anche nell’alterigia e nella supponenza – del titolo che porta e spesso ostenta. Non parliamo – anche stavolta con eccezioni – dello stato comatoso di non pochi Ordini e Confraternite cavalleresche che si dilettano in esibizioni periodiche, senza vivere il carisma e le consegne, i doveri e il servizio che dovrebbero essere propri di un Ordine e la consegna del perfetto Cavaliere e non certo del coccardiero, collezionista di nastrini e medaglie, di croci e cordoni.</span><br />
<span style="font-size: x-large; text-indent: 14.2pt;">È questo il caso in cui la logica causa- effetto non funziona.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">La nobiltà non può essere oggi che quella dello Spirito, non si declama, non si esibisce, ed è propria di chi in silenzio resiste, veramente nobilmente, alla dissoluzione in atto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Essere e non apparire, ancora una volta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Il motto dovrebbe incidersi, per ogni persona che vuole eseguire un perfezionamento possibile, in ciò che Dante ci ha insegnato: <i>fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Chi procede intellettualmente e spiritualmente verso un risveglio, una rettificazione, troverà non pochi ostacoli in sé stesso e fuori di se. Districarsi nella <i>selva oscura </i>dell’odierna complessità, richiede intanto studio, sacrificio, un rigore e una determinazione tesi a raggiungere l’obbiettivo attraverso una sorta di missione. Chi siamo? Chiediamoci come dobbiamo diventare, per realizzare la nostra personale missione? Cosa può rendere meno accidentato, più semplice il percorso da compiere?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Venuti sempre meno i punti di riferimento esteriori, i formatori autorevoli, le morali autorità, con pochi autentici Maestri viventi, la bussola usabile non può che essere l’autoconoscenza, in rapporto costante con le fonti della saggezza espressa, che invece oggi appaiono un reperto archeologico, tanto sottovalutato è il tema dell’autoformazione integrale, che è ben altra cosa dal sincretismo fatto di superficiali notizie e parziali conoscenze blandamente acquisite.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Primo obbiettivo da raggiungere è il saperci depurare dalle troppe scorie, dagli eccessi che ci portiamo dietro, anche quando proclamiamo esteriormente una alterità, che spesso è più verbale che vissuta. Non pensare all’autoreferenzialità, all’egocentrismo come panacea di tutti i mali, ma sapersi mettere in ascolto, in sintonia con ciò che ci migliora costantemente, tenendo conto che il punto di arrivo è sempre avanti a noi e che il traguardo è duro a raggiungersi e non sempre si raggiungerà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;"> Avere coscienza, intanto, di tutto questo e crescere in consapevolezza attraverso la libertà, intesa come condizione e metodo naturale e autentico, come confronto critico con saperi differenti, <i>altri.</i> Non fermarsi all’innamoramento verso un sapere che ci sembra congeniale e che è probabilmente vero, ma stimolarsi con un continuo confronto le idee, onde pervenire ad una sintesi alta oltre la presunzione di sapere e giudicare tutto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Trovare ordine dentro di noi è trovare il centro da cui s’irradia l’armonia che è il bene rispetto, agostinianamente, all’assenza del male, che pure esiste e si manifesta. Non nasciamo tutti buoni, insomma, come vorrebbe Rousseau, ma siamo figli di un peccato d’orgoglio vano di origine, di generazioni e di storie molto complesse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">L’aristocrazia è il connotato del meglio, rispetto all’usuale, al volgare, come ci ha insegnato Platone.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Abbandonare il contingente come fine ultimo è, quindi, migliorarsi e rendersi nobili.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">È trasmutare il sangue comune – sangue come Spirito, ovviamente – in un autentico diritto di nobiltà del sangue – Jure Sanguinis – che è perciò l’obiettivo da conseguire. Non escludendo che un tale riconoscimento possa, anche oggi, avvenire da parte di chi ha fedeltà alla propria autorità intatta, non macchiata dalla resa al materiale, all’usuale, allo spirito servile del mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Solo in questo senso l’ideale potrà tramutare e trasmutarsi, nel reale. Intanto, rettificando e depurando il linguaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">La sovranità non è solo appannaggio di chi vanta illustri e valorose origini o potestà e si misura oggi anche senza atti eroici, esteriori o emblematici, nella fedeltà e nel rigore, nell’esercizio delle virtù. Infatti l’inquinamento e il livellamento morale di chi dovrebbe essere <i>Segno</i>, <i>Guida</i> ed <i>Esempio</i>, portatore di codici morali, non consente di ritenere legittima neppure una croce concessa al presunto merito. Dato che la rappresentazione simbolica o è pregna di valori e di significati profondi o non è nulla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Non sarà pertanto inutile a chi intenda professare fino in fondo la fede nella Tradizione, rispolverare stemmi, emblemi e motti della propria famiglia o “costruirseli” seguendo le regole araldiche rispondenti simbolicamente alla propria vocazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Ogni tradizione umana ha un inizio, infatti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Il ri-formarsi di èlites di uomini e donne di nobili principi professati, che abbiano nel codice di un diritto iscritto nella natura lo statuto fondante, insieme alla conoscenza di sé, del mondo, del cosmo, di Dio, senza cadere nel moralismo, nei giudizi aprioristici e tenendo conto dei fattori che, nell’incubazione del perseguimento, contengono alti rischi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Quindi, a chiunque è aperta la <i>via regia</i> dell’autentica nobiltà, ma per pochi, nella perseveranza del saper ben vivere nobilmente, si apre il conseguimento di una autentica integralità, onestà, cortesia, accompagnati da sobria eleganza dei modi e nel servizio verso i più deboli.<o:p></o:p></span></div>
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<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 14.2pt;">
<span style="font-size: x-large;">Una delle poche possibilità che ci rimane è il riconoscere un tale stato di nobiltà, e collegare le singolarità nelle affinità, in una comunità ideale che sappia ritrovare, o dare inizio, a quella che potranno essere le guide autorevoli, che si nutriranno di miti, simboli e Riti sacri, non transeunti, che sapranno trasmetterli come la Tradizione ci insegna, versa una Alleanza Trascendente, in grado di misurarsi con il tempo e con la storia, e con le sfide epocali che la salvezza dei Tempi Ultimi impongono a chi vuole salvarsi, rispondendo, attivamente, alla Legge Eterna di Dio e al Verbo, il Cristo, che si è fatto carne (di stirpe regale, non lo si dimentichi) nella storia, per noi e che l’umanità in gran parte oggi disconosce come fonte di Verità e di vita.</span></div>
Redazione Bloghttp://www.blogger.com/profile/10404479359437028261noreply@blogger.com0