di Lydia Gaziano
Come il naufrago Ulisse che, abbarbicato allo scoglio, ferito e pur vivo, resiste alle onde che su di lui si abbattono incessanti e rabbiose, sono i pochi che tuttora, all’avanzare del brutto e del vile, rialzano la testa per dire no, no e ancora no. Alziamo un argine al baratro incalzante. Ma, per fortuna, avanza piano, ma deciso, il drappello dei dissidenti, degli anticonformisti, di chi al facile plauso preferisce il consenso intelligente dei pochi e Tommaso Romano ne raccoglie i pensieri, le citazioni, le massime. “Io son Cavaliere.
Tale io verrò e morrò, se a Dio piacerà. Io cammino nell’aspro sentiero della Cavalleria errante e disprezzo le ricchezze, ma tengo in gran conto l’onore. Ho vendicato ingiurie, ho raddrizzato torti, ho castigato insolenze. Non ho intenzione che non sia retta, e penso soltanto a fare a tutti del bene (Miguel de Cervantes)”. “La generosità non è altro che la pietà delle anime nobili (Nicolas de Chamfort). “Un gentiluomo è esigente con se stesso, un uomo volgare con gli altri (Confucio)”.
“I nostri avi, i Romani, avevano notoriamente un’autentica predilezione per il concetto stesso dell’onore, che nasceva principalmente dal comportamento dell’individuo, evidentemente più degli altri rispettoso delle leggi e leale verso il prossimo, quandanche si trattasse del nemico in guerra (Guglielmo Bonanno di San Lorenzo)”. “Si è nobili solo quando si è esemplari nell’Applicazione della legge di Dio (J. Diego Ortega)”. “Unite le vostre forze perché siano destinate alla costruzione del futuro. Coltivate le vie della rettitudine e la nobiltà di spirito, promuovete e lavorate con risoluzione (Hirohito, imperatore del Giappone)”. “Più gli uomini si sentono uguali, più facilmente tollerano di essere trattati come pezzi intercambiabili, sostituibili e superflui. L’uguaglianza è la condizione psicologica preliminare delle carneficine fredde e scientifiche (Nicolas Gomez Davila)”.
“Le folle non hanno mai provato il desiderio della verità. Chiedono solo illusioni, delle quali non possono fare a meno. Da sempre la preferenza va al surreale rispetto al reale, l’irreale agisce su di esse con la stessa forza che il reale. Hanno un’evidente tendenza a non distinguere l’uno dall’altro (Sigmund Freud).”
E’ dei grandi della cultura mondiale l’inno alla nobiltà, alla bellezza, alla magnificenza: Platone, Seneca, Dante Alighieri, Ludovico Ariosto, Miguel de Cervantes, Stendhal. Un unico grido s’innalza da tante voci diverse: coraggio, coraggio e ancora coraggio, via dal baratro della viltà. Il “Professore” fa certamente sfoggio della diversificata cultura acquisita fra i tanti studi e letture compiute. Lancia, dunque, un appello a chi sa e può approdare ad una presa di coscienza in tempi in cui la cultura non è certo morta, ma rischia l’indeterminatezza e lo smarrimento fra tante voci discordanti e non sempre consone. E si riferisce alla cultura classicamente intesa, come a quella antropologica. (L.G.) Tommaso Romano, Elogio della Distinzione Aristocrazia, cavalleria, Nobiltà, Stile in tempo di barbarie. Florilegio di Autori con un Saggio di Amadeo- Martin Rey y Cabiese.
da: "Palermo Parla", nà 102, Dicembre 2016
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